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NOI POCHI, FELICI, MANIPOLO DI FRATELLI

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Il collezionismo filatelico è un'attività a elevato contenuto culturale. Sin qui siamo e saremo sempre tutti d'accordo. Sarà però il caso di richiamare il significato della parola "cultura". Lo si è fatto in uno dei primi post - fare culura (filatelica) - e ci si è tornati in seguito ponendo radicando la cultura nel collezionismo , per poi sviluppare l'argomento con l'elogio della cultura . Su questo sfondo collochiamo adesso l'indicazione di metodo di Galileo Galilei - " misura ciò che è misurabile, rendi misurabile ciò che non lo è " - non già perché nei numeri ci sia qualcosa di particolarmente nobile, ma solo perché col linguaggio numerico è più facile parlare e intendersi. Converremo pertanto di "misurare la cultura", e lo faremo - in modo convenzionale - su una scala da 0 a 10, muovendoci con passo unitario (0, 1, 2, ..., 10).        Questa sarà la nostra metrica, la scala della cultura, duale alla scala del collezionismo, per...

UNA PROPOSTA CHE NON PUOI RIFIUTARE - Modena e Parma

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  pitigrilli373@gmail.com   Vi è piaciuta la Collezione "Aquile e Gigli" ? Spero di sì.   Importa però il giusto quanto una collezione sia bella, affascinante e suggestiva. Ciò che rileva è quel che ancora le manca, perché una collezione vive di caselle vuote, ancora da riempire.   E, sì, d'accordo, una casella vuota ci sarà sempre, per quante se ne possano aver già riempite, perché sempre esisterà un pezzo - ancora uno - che se aggiunto alla collezione le permettera di scalare ancora un gradino, di evolversi, di raffinari, perché il cosiddetto "ultimo pezzo" - quello che dovrebbe complerare la collezione - è puramente immaginifico, e, semmai esistesse, ne segnerebbe la morte.   Però - diciamolo con franchezza - ci sono vuoti e vuoti: alcuni sono più fastidiosi di altri, di sicuro meno sopportabili, si avvertono maggiormente, con fitte di dolore più intense.   Ad "Aquile e Gigli" mancano alcuni pezzi che, ovunque si trovino, si trovano senz'altro ...