UN PERFIDO BARMAN - La coerenza


Entrate in un rinomato bar del centro storico, vi sedete al bancone e date un sguardo al listino: vino bianco € 3, spumante € 5, champagne € 8.

"Non so cosa scegliere", borbottate insofferenti.

Il barman vi rivolge il più amabile dei sorrisi. "Cosa preferite?".

"Il vino bianco mi piace...". Fate una smorfia e vi grattate una guancia, l'insofferenza cresce. "Però al vino preferisco lo spumante, e allo spumante preferisco lo champagne, anche se...".

"Anche se...". Il barman si sporge verso di voi, con un gesto della mano vi invita a completare la frase.

Arricciate il naso. "Anche se tra lo champagne e il vino bianco, senz'altro meglio il vino bianco".

Sul viso del barman si dipinge un'espressione corrucciata, che vi infastidisce parecchio.

"Che c'è di stano? Questi sono i miei gusti! Chi è lei per contestarli?".

"Ci mancherebbe altro!". Il barman agita entrambe le mani in segno di scusa. "Il cliente ha sempre ragione, ci mancherebbe!". Sorride mortificato, porta l'indice su naso e bocca, il pollice sotto il mento, socchiude gli occhi come per mettere a fuoco un pensiero, un'idea. "Per farmi perdonare la mia insolenza, e anche per toglierla dall'imbarazzo, mi permetta di offrirle un bicchiere di vino bianco, in omaggio".

"Grazie!". In un sol colpo avete ritrovato tutto l'entusiasmo. "Accetto volentieri".

Il barman versa del vino bianco in un calice. Ve lo porge con tutta la gentilezza possibile e un sorriso che si estende da ovest a est. Lo riporta a sé, un istante prima che possiate afferrarlo.

"Se le interessa...". Ha un tono dismesso, un'aria disinteressata. "Se le interessa, lei può cambiare il suo vino bianco con un bicchiere di spumante, con un sovrapprezzo di appena 10 centesimi".

"Ottimo!". Il vostro entusiamo è all'apice. "In fondo il vino l'ho avuto in omaggio e un bicchiere di spumante - che preferisco di gran lunga - val bene 10 centesimi".

Il barman occulta il calice di vino sotto il bancone, ne riempie un'altro di spumante e ve lo piazza davanti, sul bancone. Non avete però tempo di toccarlo, perché il barman interviene ancora.

"Può cambiare lo spumante con lo champagne, con un minimo sovrapprezzo di 10 centesimi, se vuole, se lo desidera...".

"Ottimo!". Non sapreste davvero immaginare una situazione migliore. "Lo champagne è tutto un altro passo, rispetto allo spumante, e poi per soli 10 centesimi...".

Via allora lo spumante, neppure sfiorato, e ecco comparire lo champagne. Per la terza volta, tuttavia, non riuscite a prendere il bicchiere in mano, perché il barman vi incalza con una nuova proposta.

"Mi aveva detto di preferire il vino bianco allo champagne, se ben ricordo. Le offro allora di cambiare il suo champagne col vino bianco, se vuole, se lo desidera, con la solita spesa di 10 centesimi...".

"Sì, è vero, preferisco il vino allo champagne e 10 centesimi non sono tanti, per il cambio".

Via allora lo champagne, ed ecco riappariree da sotto il bancone, l'originario bicchiere di vino bianco, quello al principio offerto in omaggio.
 
Siamo tornati al punto di partenza e non ci resta che... ricominciare! Vino bianco, 10 centesimi, spumante 10 centesimi, champagne 10 centesimi, vino bianco 10 centesimi, e così avanti tutta la sera, tutta la notte, a incassare a ogni giro 10 centesimi, senza che il cliente consumi nulla, facendogli roteare davanti sempre gli stessi bicchieri immacolati. Avanti così, tutta la sera, tutta la notte, il barman incassare 10 centesimi a ogni giro, senza di fatto servirvi mai nulla, sino all'alba, all'ora di chiusura, quando la porta del locale sarà sbattuta in faccia alla vostra incoerenza, che vi ha portato a entrare in un bar per bere qualcosa e ve ne ha fatto uscire assetati, per il capriccio di assecondare i vostri insindacabili gusti (sic!) che vi han fatto per di più dilapidare una bella somma, senza neanche accorgervene.

"Chi sei tu, per contestare i miei gusti?", avevate replicato stizzito alle smorfie del barman. Nessuno, non sono proprio nessuno, avrà pensato lui, dal suo lato del bancone. Tienile strette le tue arbitrarie, discrezionali, insindacabili preferenze, e io, credimi, ti coccolerò come il più prezioso dei miei amici: perché tu, per me, sei una money pump, una macchina da soldi, sei il mio bancomat personale a costo zero! Che poi io sia un barman, o un commerciante di francobolli, alla fine non fa grande differenza, non è poi così importante.


I nostri gusti - in fatto di alcolici, vestiti, macchine, donne o francobolli - si presentano a nostra insaputa viziati da molteplici contraddizioni, storture e assurdità, perché i nostri gusti, lasciati a sé stessi, sono quanto di più suggestionabile possa esserci: ci permettiamo errori di gusto che non perdoneremmo ad altri

Il nostro gusto sarà pure un monarca assoluto, ma dobbiamo riconoscere che questo monarca ha un carattere capriccioso e irragionevole, a volte isterico. Non è insomma una bella compagnia, a meno che non accetti di essere educato, di sottoporsi a una ferrea disciplina che lo metta d'accordo non con gli altri, ma con sé stesso. Questa non è solo un'opera pedagogica. Ne va anche delle sue monete d'oro, che qualche abile mercante gli deprederà, sfruttando proprio la sua incoerenza; e insieme alle monete andranno via - cosa assai più grave - anche il suo interesse e la sua passione.

Il collezionismo degli Antichi Stati è lucida passione.

Interrogatevi a fondo su ciò che desiderate e vi dà soddisfazione. Sottoponete le vostre preferenze a prove di stress, assoggettatele a verifiche incrociate, a vincoli di compatibilità, e controllate se ancora tengono o se motivi di insoddisfazione spruzzano da ogni falla alla bell'è meglio rabberciata. Quei vincoli, quelle restrizioni, sono lì a tutelare la pretesa libertà, per evitare che degeneri in un'anarchia filatelica, in cui di ogni verità è vero anche il contrario.

Pensate, riflettete, ragionate, siate severi con voi stessi, prendete consapevolezza delle cose.

Il collezionismo degli Antichi Stati è - prima di tutto - un esercizio di introspezione.

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