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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

NIENTE DI VERO TRANNE I MARZOCCHI

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Riallacciamo i nodi di un  discorso filatelico , a chiusura di questa - sin troppo ampia - sezione economica . Nessun collezionista immagina di rientrare della spesa sostenuta per la propria collezione, quando sarà obbligato a disperderla, in un giorno indefinito, sotto la pressione degli eventi. Noi collezionisti vantiamo già il privilegio di riprendere  qualcosa , e tanto ci basta, per quanto poco sia, per quanto sia distante dall'originario impegno finanziario, perché non esistono altri piaceri che, una volta esauriti, lascino  qualcosa in più  di uno splendido ricordo. Succede a noi, solo a noi collezionisti, di poter serbare nel cuore le avventure, i tormenti, le delusioni, le gioie, i trionfi, i drammi che soltanto il collezionismo può regalare, e avere  in aggiunta  un piccolo storno del denaro speso per l'immenso piacere di salire sulla giostra. Non ci illudiamo di poter avere un divertimento così grande "a costo zero", e siamo disposti a spende

NOTE SPARSE - Sull'idea di valore

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La  Collezione "Castrovillari" ha sollecitato una discussione sul sistema degli oggetti , ha offerto spunti per interrogarsi criticamente sulla loro scala di valori . Un anello ha la funzione di abbellire una mano (tipicamente femminile); lo stesso anello può essere oggetto di  scambio sul mercato (a condizioni determinate dal tipo di metallo, dalla sua lavorazione, ma anche dalla marca, dal brand ); quello stesso anello si riempie di significati sentimentali , se è una fede consacrata per un matrimonio (simbolo di un impegno solenne, davanti a Dio e agli uomini); e sempre lo stesso anello diventa parte di un discorso a sé, acquista una valenza autonoma, quando collocato accanto ad altri anelli secondo un criterio logico o psicologico (la mia fede, le fedi di mio padre, di mio nonno, del mio bisnonno). Le quattro letture dell'oggetto corrispondono ad altrettanti livelli di valore: funzionale , economico , simbolico , segnico . Aver chiara la gerarchia tra que

NOTE SPARSE - 0 + 0 = 350

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Ho lasciato un bel po' di spazio vuoto, per darvi la possibilità di riprendervi dallo shock . Non ne ricordo più la provenienza, ma è sicuramente un lotto proposto in una delle aste che bussano alle porte del collezionista con frequenza ormai giornaliera.   Come si può anche solo immaginare una simile proposta di vendita? Quanta disaffezione e incuria sono necessarie, per concepire un ammassamento del genere? Quando è nata questa assurda politica commerciale? Chi l'ha ispirata? Difficile - forse impossibile - dare risposte certe. Però almeno un indizio lo abbiamo. La celeberrima Bolaffi di Torino è solita proporre nelle sue aste dei lotti del seguente tipo: Chiunque abbia esaminato anche uno solo dei lotti così congegnati, si è subito reso conto della logica (commerciale e filatelica) che vi è sotto: il lotto contiene un solo francobollo  collezionabile  (quello fotografato), la base d'asta è dimensionata su quell'unico esemplare  collezionabile ,