CAPIRE LA QUALITA' - Intorno al "metodo scientifico"

La scienza e la tecnica sono presenze pervasive, nella nostra vita; la tecnologia ne ha favorito la diffusione, le ha trasportate dalle aule universitarie e dai centri di ricerca alla quotidianità; semplici gesti - compiuti in automatico, nell'agire di ogni giorno - hanno dietro imponenti costruzioni scientifiche, implementate con la tecnica, veicolate al pubblico con la tecnologia.

Scienza, tecnica e tecnologia sono entrate anche nel mondo filatelico. Matematica, statistica, fisica e chimica forniscono la base scientifica, messa all'opera da dispositivi tecnici innovativi e da ultimo strutturati in software per l'analisi dei francobolli. La filatelia è uscita da un'epoca primitiva, fatta di sensazioni e umori, di leggende e tradizioni, per entrare a pieno titolo tra le discipline scientifiche.

Questo straordinario progresso ha generato in molti meraviglia e stupore, sino a illudere di poter arrivare a conoscere la realtà ultima di ogni cosa, la sua essenza, il noumeno per dirlo al modo dei filosofi. Chi non possiede nemmeno un rudimento di cultura scientifica, chi non ha accortezze nel maneggiare la tecnica, chi si preoccupa poco o nulla delle avvertenze sull'uso della tecnologia, pensa davvero di poter dare obiettività alle cose attraverso il metodo scientifico.

L'occasione è allora utile per far chiarezza su un principio direttivo della Scienza, ormai da secoli accettato all'unanimità, trasbordato anche in ambito sociale e persino filosofico. Non ho la pretesa di dir meglio ciò che è già stato detto in modo perfetto da intelligenze molto più brillanti della mia, per cui mi limito a riportare le parole di un fisico-matematico, di due matematici puri, di uno statistico e di uno studioso interdisciplinare.

§§§ "Vi è chi è rimasto colpito dal carattere di libera convenzione che viene riconosciuto ad alcuni principi fondamentali delle scienze [...]. Eppure ogni giorno la vediamo all'opera [la Scienza] sotto i nostri occhi. Ciò non sarebbe possibile se non ci facesse conoscere qualcosa della realtà; tuttavia, ciò che la scienza può attingere non sono le cose in sé, come ritengono i dogmatici ingenui, ma solo le relazioni tra le cose. Al di fuori di tali relazioni non c'è realtà conoscibile".
(J.H. Poincaré, La scienza e l'ipotesi, Edizioni Bompiani, 2003, p.5).

§§§ "Nel procedimento scientifico gli elementi di carattere metafisico vanno messi da parte e si devono sempre considerare i fatti osservabili come la fonte ultima delle nozioni e delle costruzioni. La rinuncia a comprendere la cosa in sé, a conoscere la verità ultima, a svelare la più riposta essenza del mondo, sarà forse psicologicamente ardua per gli ingenui entusiasti, ma è in realtà uno degli atteggiamenti più fruttuosi del pensiero moderno".
(R. Courant, H. Robbins, Che cos'è la matematica?, Edizioni Boringhieri, 1971, p. 31).

§§§ "[...] non è possibile dire di una singola decisione che è sbagliata ma solo che un complesso di decisioni è coerente oppure incoerente. La cosa importante sono le relazioni tra eventi o decisioni, non i singoli eventi o le singole decisioni".
(D.V. Lindley, La logica della decisione, Edizioni Il Saggiatore, 1990, p. 29).
 
§§§ "L'idea centrale è che la filosofia non può mai portarci alla conoscenza che, ma solo a una conoscenza se. Secondo questa concezione, la filosofia lega tra loro i concetti, le supposizioni e le congetture, magari in modo indissolubile, ma non determina quale concetto è vero e quale falso. Ci dice solo che, se riteniamo vero questo, allora dobbiamo ritenere vero anche quest'altro. Stabilisce vincoli reciproci tra i concetti, ce li presenta a grappoli, o a reti, ma non ci dice quali grappoli, quali reti dobbiamo scegliere"
(M. Piattelli Palmarini, La voglia di studiare. Che cosa è e come farsela venire, Edizioni Mondadori, 1991, pp. 261-262).

Brutte notizie, per i dogmatici ingenui, per gli ingenui entusiasti. Il metodo scientifico non può farci conoscere le cose in sé, ma solo le relazioni tra le cose. Non possiamo sapere se il colore di un francobollo è rosa lilla scuro di per sé, perché "essere rosa lilla scuro" non è un proprietà fisica del francobollo, ma una relazione tra il francobollo e la sorgente luminosa. Il colore di un oggetto dipende dalla luce che lo illumina, come sanno bene i collezionisti, che vedono mutare il colore dei loro francobolli a seconda del momento della giornata in cui li osservano, se al chiarore dell'alba, al potente sole del mezzogiorno o alla penombra della prima sera. Il colore cambia con la fonte di luce, come sanno bene i collezionisti, che vedono cambiare il colore dei loro francobolli con il moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole. I colori non esistono, ma si percepiscono, e nessun "metodo scientifico" potrà mai condurci oltre.

Relazioni tra le cose, dunque, e non le cose in sé. E' un principio direttivo della scienza, delle definizioni scientifiche. Se chiedete a una persona di media cultura cosa sono il punto e la retta, vi sentirete dare delle definizioni verbalistiche, apparentemente verosimili, agganciate in vario modo al mondo reale, alle grandezze della realtà tangibile (un granello di sabbia o un filo, a esempio). Se lo chiedete a un matematico, invece, vi risponderà che la retta è un ente che passa per due punti e il punto è quell'ente che, se ne fissi due, puoi collegarli tra loro col cammino più breve attraverso un segmeto di retta. I concetti di punto e retta si sostengono a vicenda, si spalleggiano l'un l'altro, si puntellano reciprocamente, è proprio il caso di dire. Non esiste una definizione (scientifica) di punto che possa prescindere da una definizione (scientifica) di retta, non c'è modo di sapere cosa siano il punto e la retta in sé.

Pensateci. Se proviamo a definire qualcosa solo per mezzo di parole - appellandoci all'intuito, alla realtà, o non so che altro - ci infiliamo in un regressum ad infinitum, perché ogni parola che compare nella nostra (presunta) definizione andrà a sua volta definita, ancora con parole, che richiederanno di esser definite a loro volta, sempre con parole, in un processo a ritroso teoricamente infinito, che andrà però a sbattere contro il numero finito di parole contenute in ogni dizionario.

L'intelligenza umana non può raggiungere la conoscenza assoluta delle cose in sé. Dobbiamo accontentarci di una conoscenza relativa, di una cosa rispetto a un'altra, di un concetto da definire rispetto a un riferimento terzo, come già sapevano i collezionisti della IV emissione di Sardegna, i Quartisti, prima di baloccarsi con analisi spettrali e saturation cost, manifestando i rigurgiti di un'erudizione scientifica mal digerita.

Cosa faceva il caro, vecchio Quartista, prima di incontrare gli ingenui entusiasti? Accumulava anzitutto decine, centinaia, forse migliaia di francobolli di un certo colore, che battezzava con un nome convenzionale, in base a parametri convenzionali: "grigio oliva", "rosa lilla", "giallo limone", "azzurro oltremare". Poi, di fronte a un nuovo francobollo sottoposto alla sua attenzione, realizzava un confronto con le sue categorie convenzionali. Raggiungeva la conoscenza del colore in termini relativi, il francobollo sotto esame rispetto alle categorie predefinite. Pensare che la matematica e la statistica possano condurci ancor più in là, spingerci oltre, sino a conoscere il colore in sé, è come credere che una lenza, anziché aiutare a pescar meglio, possa arrivare a pescar pesci di specie diverse da quelle presenti nel mare dove la si getta. Roba da dogmatici ingenui.

Noi non vogliamo però parlare di colori. Noi parliamo di qualità e vogliamo farlo in modo esatto, preciso, scientifico. Vogliamo definire la qualità, non con parole vaghe e sfuggenti, tanto più pericolose quanto più inducono una sicurezza illusoria, ma per mezzo di comparazioni e confronti, la qualità rispetto a, non in sé.

Chi vorrà cimentarsi nel gioco che andrò a proporre proverà la bella sensazione dello schiarirsi delle nebbie e tutte le difficoltà che avrà incontrato in precedenza non saranno comunque state inutili, ma saranno servite a persuaderlo della necessità di cambiare passo, perché accettare un punto di vista alla leggera significa in fondo rinunciare a capire davvero le cose di cui si occupa.

Asta Italphil, 24 ottobre 2013.
Lotto n. 168.
Aggiudicazione: € 300, inclusi i diritti d'asta.
Quotazione piena di catalogo: € 600.

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