CAPIRE LA QUALITA' - Warm-up

Warm-up è un termine inglese, di largo uso in tutte le lingue, per indicare gli esercizi di riscaldamento in ambito sportivo. E' utilizzato in particolare in "Formula Uno", per le prove libere, i giri in pista prima della gara ufficiale. Il warm-up serve ad acclimatarsi all'ambiente competitivo, a prender confidenza con gli strumenti della competizione, è una propedeutica in sé priva di valore, ma funzionale a introdurre e preparare, psicologicamente e fisicamente, alla vera sfida.

Partiamo allora - per riscaldarci - da una situazione consueta, ordinaria.



Questo genere di proposte - per quanto consuete - mi provocano una forte irritazione. Posso giustificarle solo col leggendario principio si è sempre fatto così, perché - è vero - così fan tutti da sempre, scrivono la quotazione piena di catalogo accanto al prezzo - netto o base d'asta - e rimettono al collezionista l'onere di capire le ragioni dello scarto tra quotazione teorica e prezzo effettivo, non senza complicargli le cose, con descrizioni enfatiche, sino alla soglia del ridicolo (quel "quasi otto filetti" ricorda molto il "quasi goal" di Niccolò Carosio).

Ma in un'epoca in cui i collezionisti invocano incessantemente trasparenza contrattuale e chiarezza nelle transazioni; in un'epoca in cui i collezionisti si avventurano in temerarie letture economiche delle dinamiche del mercato filatelico; in un'epoca in cui i collezionisti si sono trasformati nei commercialisti dei commercianti; in quest'epoca di esasperante raziocinio, in cui più che di razionalità io parlerei di aridità, di ragionamenti privi di un'anima; in questa nostra epoca, io non capisco come i collezionisti possano ancora serenamente accettare queste vergognose formulazioni delle proposte di vendita.

Il collezionista moderno - con tutte le sue modernità - mostra un inspiegabile tolleranza verso il pressapochismo commerciale, tanto più inspiegabile se pensiamo all'esemplare chiarezza del Catalogo Sassone, nel dare il quadro generale per la valutazione dei francobolli.


Parleremo a lungo del Catalogo Sassone, perché raramente uno strumento di così larga diffusione è stato esposto a così clamorosi e persistenti fraintendimenti sul suo contenuto, da parte dei suoi numerosi utilizzatori. Parleremo del Catalogo Sassone, per demolire banali equivoci economici, smascherare piccole astuzie commerciali, restituire al collezionista la giusta prospettiva di lettura. Parleremo del Sassone, e parlando del Sassone riusciremo forse a capire meglio anche la natura stessa degli oggetti della nostra passione. Parleremo a lungo del Catalogo Sassone, ma teniamo ora ferma la barra sulla "tabella esplicativa dell'interpretazione dei prezzi di catalogo in funzione della qualità".

Già la sola lunghezza del titolo - tabella esplicativa etc. etc. - dovrebbe allertarci contro le pretese di semplicità e immediatezza, nella lettura del catalogo. Se poi ci diamo addirittura la pena di leggere le parole, allora inizieremo a intravedere la complessità della situazione. La tabella è soltanto esplicativa: fornisce un primo inquadramento, vuole dare l'idea generale, serve a illustrare alcune casistiche, non è un dogma, un assioma o una verità indiscussa e indiscutibile. La tabella, poi, richiede - impone - una interpretazione: serve una capacità di lettura critica, una chiara presa di posizione,  un atto volitivo da parte del lettore.

Non possiamo leggere il Catalogo Sassone, e capire i francobolli degli Antichi Stati, allo stesso modo con cui leggiamo e intendiamo l'orario dei treni, senza discernimento, senza giudizio, limitandoci a registrare passivamente l'informazione fornita dal tabellone della stazione, per poi dirigerci meccanicamente a tal binario alla tal ora.

Il Sassone mette a disposizione una "base efficace per una valutazione adeguata", allo stesso modo con cui un professore insegna al meglio delle sue possibilità, nei limiti di tempo e di spazio cui soggiaciono le sue lezioni, nel presupposto implicito che sia poi lo studente a metterci del suo, a studiare, ragionare, riflettere, collegare, incuriosirsi e porsi domande. Il Sassone è una palestra, una seduta di allenamento, è il nostro warm-up verso la sfida della qualità. Accettiamo questo esercizio di riscaldamento, come punto di partenza per la nostra maturazione collezionistica.

Il Sassone riporta per ogni esemplare una quotazione di riferimento, o quotazione piena, ma già a pagina 1 introduce l'obbligo di scalarla in ragione della qualità dell'esemplare oggetto di valutazione, attraverso l'applicazione di alcuni coefficienti, su cui dà un'indicazione di massima. Il Sassone invita perciò a un itinerario valutativo, in cui il nostro giudizio deve farsi parte attiva:

1) inquadra il francobollo sotto i tuoi occhi in una delle categorie definite nel catalogo e registrane il relativo coefficiente (indichiamolo con c%);

2) registra la quotazione piena del francobollo (chiamiamola Q) ;

3) applica il coefficiente c% alla quotazione Q, per avere la quotazione nominale di catalogo di quel preciso francobollo.

Nessuno può sostituirsi a noi, nell'esecuzione del primo passaggio, e attenzione al terzo passaggio, per non far dire al Sassone ciò che il Sassone non dice né potrebbe mai di dire. La quotazione ufficiale di catalogo è invariabilmente l'esito di una moltiplicazione, in cui uno dei due fattori (Q) è fornito dal Sassone, l'altro (c%) deve essere individuato dal soggetto valutatore, in funzione dell'esemplare che ha effettivamente sotto mano. Il Sassone - a esprimersi con rigore - non quota i francobolli, ma traccia i lineamenti di un processo valutativo, nel quale il collezionista ha un ruolo attivo, decisivo e dirimente.

La quotazione ufficiale non è semplicemente l'importo Q che si legge sul catalogo, ma è Q×c%, e il nostro warm-up prende avvio proprio da questa ovvia annotazione, che converrà scolpire:

QUOTAZIONE DI CATALOGO = × c%

Partiamo da qui, per capire la qualità, da questo esercizio di riscaldamento: re-inquadrare nelle categorie qualitative del Sassone ogni francobollo che ci passa sotto gli occhi, per entrare nell'ordine di idee che la quotazione di catalogo è Q×c% e non semplicemente Q.

Un tema ne chiama un altro, perché la qualità è un argomento monolitico, in cui ogni capitolo è collegato a tutti gli altri, e alcune precisazioni sono allora inevitabili, anche se sembrano allontanarci dalla discussione principale.

Il valore Q×c% - nelle intenzioni del Sassone - non è il prezzo a cui chiunque può indifferentemente comprare o vendere un certo francobollo di una certa qualità.

Il valore Q×c% - nelle intenzioni del Sassone - ha un significato molto più limitato e per ciò stesso molto più preciso.

Il valore Q×c%  è il prezzo suggerito dal Sassone ai commercianti, nella messa a punto delle loro proposte di vendita, per renderle profittevoli.

Il valore Q×c% - in modo speculare - è il prezzo indicato dal Sassone ai collezionisti, per valutare l'equità e la convenienza dei propri acquisti, per evitare di incorrere in costi eccessivi.

Il Sassone dà suggerimenti (ai commercianti) e indicazioni (ai collezionisti) sui prezzi che è ragionevole praticare sul mercato - nell'opinione degli estensori del catalogo - per mediare tra esigenze opposte: per assicurare un guadagno sufficiente ai commercianti, proporzionato ai costi e ai rischi dell'attività d'impresa; per dare ai collezionisti la possibilità di coltivare la loro passione con una spesa ragionevole, proporzionata alla rarità e alla qualità del materiale desiderato.

Il Sassone non dice - non ha mai detto, non dirà mai - che il collezionista può vendere un francobollo a un commerciante al prezzo Q×c% né - a più forte ragione - che può venderlo al pezzo Q tout court, indipendentemente dal suo apprezzamento qualitativo. Il Sassone - a rigore - non dice neanche che Q×c% è il prezzo a cui un collezionista può vendere un francobollo ad un altro collezionista, perché la quotazione Q×c% recepisce i costi, i rischi e le tasse a cui è esposta l'attività d'impresa, laddove il privato collezionista non ha costi, non è esposto a rischi e non paga tasse, su eventuali transazioni bilaterali con un altro collezionista. 

Le quotazioni ufficiali del Sassone - Q×c%, mi raccomando, non semplicemente Q - sono prezzi di vendita per i commercianti e prezzi di acquisto per i collezionisti. Il Sassone esprime un guadagno per il mercante e un costo per il collezionista. Chi confonde le due cose, chi le scambia tra loro, è in malafede o soffre di un serio strabismo valutativo. In entrambi i casi il problema è suo, non del Sassone.

Ovviamente, nella prassi di mercato, potrà ben accadere - e in effetti accade - che il commerciante conceda uno sconto di cortesia (s%), di entità variabile con situazioni contingenti, generali e specifiche. Lo sconto di cortesia - per dare una larga indicazione di massima - viaggia intorno al 5%-10% per esemplari lusso o d'amatore, si aggira tra il 10% e il 20% per i pezzi eccezionali, e sale progressivamente al ridursi della qualità, sino a raggiungere picchi superiori al 50%, per materiale di second'ordine.

Il prezzo di scambio - di vendita, dal commerciante al collezionista - è pertanto:

PREZZO DI MERCATO = × c× (1-s%)

che possiamo qualificare prezzo di mercato, perché espressivo del controvalore monetario sborsato dal collezionista, per acquistare il francobollo posseduto dal commerciante.

Attenzione, ancora una volta: il prezzo di mercato è a senso unico, si riferisce a un transazione che va dal commerciante al collezionista, in cui il francobollo del commerciante è scambiato contro il denaro del collezionista. Non possiamo andare contromano, pensare anche solo vagamente - noi collezionisti - di poter cedere i nostri francobolli a un prezzo situato in un intorno sufficientemente piccolo del prezzo di mercato. Noi possiamo consumare un caffè al bar, al costo di 1 euro, ma non possiamo prepararci un caffè a casa e pensare di venderlo al barista a 1 euro, perché così c'è scritto - caffè: € 1 - sul listino dei prezzi esposto al bar.

Ho divagato, e chiedo scusa, ma queste note a margine erano necessarie per eseguire al meglio il warm-up, per vivere la seduta di allenamento con la giusta intensità.

Quindi, a chiudere, il nostro esercizio di riscaldamento consiste nel collocare nelle categorie qualitative del Sassone ogni francobollo sottoposto al nostro esame, per dedurne la sua quotazione nominale di catalogo  Q×c%. Questo esercizio - se eseguito con scrupolo e iterato un sufficiente numero di volte - avrà due conseguenze capitali, una in prospettiva molto positiva, l'altra retrospettivamente parecchio sgradevole.

1) Le categorie qualitative del Sassone inizieranno a starci strette, ne avvertiremo tutta l'insufficienza per una precisa valutazione degli esemplari effettivi, e saremo perciò spontaneamente portati ad ampliarle e modificarle, a intercalare nuove categorie tra quelle predefinite dal catalogo, e a modificare le stesse categorie del catalogo, per meglio adattarle alla nostra realtà valutativa. Il Sassone si rivelerà per quel che è: una buona base di partenza per capire la qualità, utile nella misura in cui ci impegniamo a superarla, a perfezionarla di continuo. Questa conclusione era già implicita nelle premesse: "Non è ovviamente possibile codificare tutti gli stati di conservazione che si riscontrano", in un catalogo che deve rispettare vincoli di spazio e parlare anche d'altro, oltre che di prezzi e qualità; sarà il collezionista - deve essere il collezionista - ad andare oltre, partendo dalla "base efficace" propostagli dal catalogo.

2) Noi collezionisti, nella stragrande maggioranza dei casi, abbiamo accettato di pagare un prezzo smisuratamente più elevato della quotazione nominale Sassone (Q×c%, e non Q, mi raccomando). A noi collezionisti, nella maggioranza dei casi, i commercianti non hanno mai praticato nessuno sconto di cortesia, giocando furbescamente sull'equivoco tra quotazione di riferimento Q e quotazione nominale Q×c%. Nessun commerciante re-inquadra i francobolli nella categoria qualitativa del Sassone, prima di attribuirgli la quotazione ufficiale, perché, se lo facesse, i suoi affari cesserebbero prima di domani mattina. Giusto per dare un riferimento sommario: i francobolli correntemente venduti tra il 10% e il 20% del catalogo - specialmente sulle piattaforme on-line e le sezioni "Offro" dei vari consessi virtuali - se valutati correttamente, con approccio ortodosso, si scoprono valere tra l'1% e il 10% del catalogo.

Abbiamo iniziato il nostro personalissimo Cammino di Santiago verso la qualità; ma se già queste poche ovvietà superano le cime della vostra filosofia, e se bastano due formulette per oltrepassare le vette della vostra matematica, allora fermatevi pure qui. In fondo - diceva Flaiano - ci sono molti modi di arrivare, e il più rapido è proprio non partire.

Asta Bolaffi, 10-11 dicembre 2015.
Lotto n. 61.
Aggiudicazione: € 4.392, inclusi i diritti d'asta.
Quotazione piena di catalogo: € 3.200

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