E' IL MERCATO, BELLEZZA!

"Siete mai stati in un borgo di campagna in un giorno di fiera?
In mezzo al chiasso dei ragazzi, alle gomitate dei contadini e delle contadine
le quali voglio avvicinarsi al banco dove sono le stoffe, i vestiti, le scarpe,
da osservare, confrontare, toccare con mano
ed alle grida dei venditori, i quali vogliono persuadere che la loro roba è migliore di tutte,
la sola che fa una gran bella figura quando l'avete addosso,
la sola che vi farà prima infastidire voi di portarla che essa di essere frustrata,
quella che è un vero regalo in confronto al poco denaro che dovete spendere per acquistarla?
Quella fiera è un mercato ...
Arrivano a torme i compratori perché sanno che dove c'è grande concorso
è sempre più facile trovare ciò di cui si ha bisogno e trovarlo alle migliori condizioni di prezzo:
e giungono numerosi venditori,
perché sanno che, dove c'è grande moltitudine di gente desiderosa di comprare,
è sempre più agevole vendere la merce e venderla bene.
I compratori desiderano di acquistare a buon mercato ed i venditori di vendere a caro prezzo
Spinti da motivi opposti essi si affrettano verso lo stesso luogo,
verso la fiera, il mercato".
(Luigi Einaudi)

La stagione filatelica è alle porte, anzi è già è iniziata. L'ha aperta Filsam, con l'asta del 14 settembre, e a breve, il 21 e 22 settembre, arriverà la Laser Invest; poi c'è Bolaffi, il 3 e 4 ottobre, e a seguire Vaccari, il 9 novembre. Corinphila e David Feldman hanno scadenzato gli appuntamenti rispettivamente per il 3-7 dicembre e il 9-13 dicembre. Altre aste verranno, sicuramente (Ferrario, Toselli).

Perché il collezionista dovrà pur acquistare i suoi francobolli, per formare e accrescere la propria collezione, e qualcuno dovrà pur vendergli quei francobolli. Acquisto e vendita sono le azioni caratteristiche del mercato. Questo vocabolo - mercato - è tecnico, appartiene a un gergo specialistico, ha significati precisi, anche se è poi impiegato nel linguaggio ordinario semplicemente sulla scia dell'intuizione (spesso ingenua) che ne può avere ognuno di noi.

L'idea di mercato si carica di ulteriori complessità, se parliamo di commercio di francobolli degli Antichi Stati. Il cosiddetto mercato filatelico non assomiglia alla fiera di Einaudi, non è un luogo dove "arrivano a torme i compratori e giungono numerosi i venditori", non mostra un continuo andirivieni di mercanti e collezionisti, ognuno col suo cartellino in mano, e tutti lì a fissare un tabellone che pubblicizza i prezzi in acquisto e in vendita. Sul cosiddetto mercato filatelico convivono paradossalmente paurosi eccessi di offerta e frange di domanda perennemente insoddisfatte, svendite d'occasione e realizzi d'asta insensati. Scambi e valori di scambio dei francobolli antichi risentono di una congerie di fattori, pochi stabili e strutturali, molti variabili e contingenti, e tutti a ogni modo di ardua formalizzazione, sino a rendere improprio lo stesso termine mercato, sino a suggerirne la sostituzione con espressioni più sfumate e meno impegnative, circuiti di negoziazione a esempio, che non si trascinano dietro quel corredo di immagini e suggestioni proprie del mercato (e totalmente fuori luogo nell'antiquariato filatelico).

E' impossibile assegnare un valore obiettivo, "di mercato", a un francobollo degli Antichi Stati Italiani, fosse anche in un senso molto remoto. Eppure molti collezionisti lo pretendono, e con stupefacente leggerezza parlano di quotazioni reali, di prezzi di mercato, di valori veri, e a volte, per rafforzare l'idea, dei veri prezzi del mercato reale. Non è mai chiaro cosa sia esattamente questa realtà di mercato di cui amano tanto discorrere, perché ogni collezionista vive una sua realtà, spesso parallela e indipendente dalle altre, perché il cosiddetto mercato filatelico esprime una molteplicità di realtà, tutte diverse, autonome, accomunate solo da un aspetto nominalistico - tutte insistono sui francobolli antichi -, e così ogni dibattito sul mercato filatelico finisce con l'evocare "I due Menecmi" di Plauto, la più classica commedia degli equivoci, in cui il continuo scambio di due gemelli crea e alimenta buffi e assurdi malintesi. E' inevitabile, se ci pensate: ogni tentativo di chiarificazione sarà invariabilmente frustrato, una volta che due (o più) gemelli siano stati tra loro confusi. Va evitato l'equivoco iniziale, serve preservare l'identità di ognuno, assegnare ciascun collezionista al suo mercante, ogni scambio al suo mercato.

Ho pensato allora di aprire la seconda stagione del blog con cinque Lezioni di Economia (Filatelica), per usare un parolone che nobiliti un insieme ordinato di annotazioni ovvie, ma proprio per ciò spesso trascurate in modo imperdonabile. L'argomento non è tra i più piacevoli, ne sono consapevole, ma è parte integrante, costitutiva, dell'ambiente del collezionismo, e una contestualizzazione minimale è necessaria per orientarsi (e comunque - vi assicuro - vedremo anche molti francobolli, belli e brutti, di ieri e di oggi). Sarà difficile, piuttosto, preservare l'aplomb, mantenere il giusto registro comunicativo, non (s)cadere nella facile ironia o in commenti abrasivi. Userò tutto l'understatement britannico che mi sarà possibile chiamare a raccolta, ma vi prego anche di capire il punto di vista di chi, innamorato di questi oggetti, non tollera bestemmie nel tempio della sua passione. Due Lettere Aperte - ai commercianti e ai collezionisti - chiuderanno questo ciclo inaugurale di post (con la coda di alcune note sparse che racimoleranno "cose utili a sapersi").




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