LETTERA APERTA AI SIGNORI COLLEZIONISTI







- Nella mia qualità di collezionista, e a nome di tutti i collezionisti ...

- A nome di chi?

- Dei collezionisti.

- Scusate, signore. Avete mai fatto una follia per un francobollo?

- Non faccio follie, e se mai ne facessi a una ...

- Vi siete mai innamorato di un francobollo, senza pensare poi a nient'altro?

- Vi ho detto che non faccio follie.

- Avete mai percepito il francobollo come qualcosa di vivo, dotato di un'anima? Siete mai entrato in una sala d'asta con la ferma convinzione che quel francobollo sarebbe venuto via con voi? Conoscente l'odore dei cataloghi del passato? Vi siete mai cimentati nella difficile arte dell'attesa e nel nobile esercizio della risolutezza? Avete mai sentito accelerare i battiti del cuore alla visione di un francobollo atteso da tempo? Sapete che gusto ha il possesso di un francobollo bramato anche da altri? Conoscente la sofferenza nel non avere ciò che si sente come una parte di sé? Avete mai giocato di persuasione, ancor prima che di denari, per arrivare a ciò che desideravate? No? E allora perché parlate a nome dei collezionisti? Forse che i negri del Senegal parlano in nome degli esquimesi, e i generali dicono "noi ecclesiastici"?

- Ma io sono un collezionista.

- No, signore. Se foste un collezionista sapreste che oltre al rapporto qualità-prezzo ci sono la bellezza e l'eleganza, che oltre la ragione ci sono i sentimenti. Se foste un collezionista, l'incontro con un francobollo vi sconvolgerebbe i sensi come il rivedere il primo amore, il ritrovare un amico perduto, il riabbracciare un figlio andato a vivere lontano. Se foste un collezionista voi dimentichereste qualsiasi misura monetaria, non sareste tormentati dal fantasma dell'occasione e perseguitati dallo spettro della dismissione. Se foste un collezionista non dareste alcun peso, nessuna importanza, al fatto che migliaia di altri collezionisti, prima di voi, hanno acquistato a 100 e rivenduto a 10. Se foste un collezionista vi sentireste come Philippe Ferrari, Alfred Caspary, Alphonse Rothschild e Maurice Burrus. Vi sentireste come loro, sì, senza bisogno di esserlo realmente, se voi foste un collezionista.

- Ah, io non sarei un collezionista! Questo non me l'ero ancora sentito dire.

- Lo credo, perché le vostre frequentazioni sono esemplari come voi, con la stessa pesantezza, lo stesso cinismo, la stessa insoddisfazione. In comune con i collezionisti avete l'album, se si può chiamare così la scatola che contiene quei ritagli di carta che chiamate abusivamente francobolli. Per un fenomeno frequente in biologia, voi possedete ancora qualche residuo comportamentale del collezionista, e vantate ancora una piccola intersezione con le sue avventure e disavventure, come in certe specie animali esistono le vestigia di altre specie: gli ossicini dell'orecchio interno dei quadrupedi, per esempio, che ricordano l'opercolo dei grossi pesci, coincidenza per cui un osservatore disattento potrebbe scambiarvi per un collezionista. Ma il possedere due ruote non autorizza il carretto dei gelati a dire "noi motociclette". Capite?

- Capisco che non mi trovo dinanzi a una persona educata.

- Non sono educato, signore. Sono un collezionista, il che è molto più raro.

Commenti

Post popolari in questo blog

KU FU? DALLA SICILIA CON FURORE

SEMIOFORI

LO STRANO CASO DI BENEVENTO E PONTECORVO