BREAKING NEWS - La più spettacolare affrancatura del Ducato di Parma, in asta

 
 
La casa d'aste Il Ponte terrà la sua prossima vendita filatelica nelle giornate del 16 e 17 dicembre.
 
Il catalogo non è ancora disponibile, ma la pubblicità sul sito internet fa sobbalzare.
  

 
Se non si tratta di window dressing - marketing brutale, per attirare l'attenzione, senza corrispondenza con le proposte effettive - c'è da pensare che stia per tornare contendibile "la più spettacolare affrancatura del Ducato di Parma", come la definisce storicamente il Catalogo Sassone, che la colloca al 5° posto tra le "maggiori rarità" del periodo ducale.
 
"La lettera è sempre stata un messaggio totale, fin dal suo esterno" - osserva Franco Filanci - "Dal modo in cui era scritto l'indirizzo, dalla carta, dai termini usati, da eventuali svolazzi, dal tipo di piegatura e di sigillo. Ma con l'arrivo delle carte-valori si aggiunse un elemento molto particolare, il francobollo, utilizzabile anche per arricchire visivamente la lettera. Anzi per farne, con un po' di creatività, persino un'opera d'Arte".
 
E la lettera di Parma ora in vetrina - con un'affrancatura filatelica ante litteram di 4,80 lire, la più alta del Ducato - testimonia meravigliosamente come "il valore estetico è cosa antica e radicata", nei rapporti epistolari: dal "modo di scrivere l'indirizzo", a "gli spazi bianchi" e alla "forma stessa della lettera" o della "eventuale busta", sino al "modo di sigillare le corrispondenze" e alla scelta dei "suggelli da imprimere", tutto concorreva a "creare quelle 'belle lettere' che dovevano presentare il mittente ancor prima di essere aperte, palesandone il rango, la cultura, il gusto". 

 
La lettera appare per la prima volta in pubblico - a mia conoscenza - nell'aprile del 1964, nella quarta di copertina della rivista "Il Collezionista - Italia Filatelica", accompagnata da una succinta descrizione a pagina 25.
 
 
 
Serviranno ventiquattro anni per rivederla di nuovo: novembre 1991, 113vendita Filasta, lotto 120, presentato con una buona dose di folklore.


Dopo di allora non se n'è più saputo nulla, se non fosse che proprio sul finire del 1991 - a ottobre - le Poste Italiane ultimano la stampa del libriccino "L'antiquario filatelico" (dedicato ad Alberto e Giulio Bolaffi) in cui la nostra lettera compare a pagina 30, in una condizione mai vista prima.
 
 
I casi sono due:
  • la riproduzione su "L'antiquario filatelico" è semplicemente venuta male, un banale errore operativo di stampa che fa apparire largamente macchiati, abrasi, o vedete voi cosa, i due esemplari centrali della striscia a sinistra (e in misura di gran lunga minore, ma comunque ben visibile, anche il primo) quando in realtà non lo sono; 
  • ciò che vediamo è lo stato in cui la lettera si è venuta a trovare un istante indefinito - forse, chissà, dopo esser "volata dalla finestra di un palazzo a seguito di un bombardamento" durante la Seconda Guerra Mondiale, a prestar fede alla relata refero della Filasta - prima di esser sottoposta a un'abile e raffinata operazione di restauro.
C'è da sperare - a questo punto - che la descrizione con cui lettera sarà presentata nell'imminente asta possa far chiarezza sul suo stato effettivo.
 
 
 
 
Nel 1991, alla Filasta - a fronte di una stima di 700 milioni di lire e di una base di 350 milioni - "la più spettacolare affrancatura del Ducato di Parma" realizzò 370 milioni (da maggiorare per il 15% di commissioni più IVA).

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