MADONNINA DI MESSINA IN VISTA - I più "spacchiosi" al mondo

 
Il "pacchio" - in Sicilia, in particolare a Catania - è l'organo sessuale femminile, la vagina.

La "pacchiona" - per estensione - è la donna bella e appariscente (la "figona" nel resto d'Italia) ma attenzione alla variante di emanazione palermitana, "pacchiona" come sinonimo di "cicciona", donna molto grassa.

Lo "spacchio" - per assonanza - è l'orgasmo femminile, la secrezione vaginale prodotta dal "pacchio".

Lo "spacchioso" - per estensione dell'assonanza - è il tipo brillante, smart, con la battuta sempre pronta, che tiene la scena e fa divertire, che fa "spacchiare", con l'allusione allo "spacchio", perciò al remoto significato di far godere una donna, qui traslato al far divertire la compagnia con cui si trova.

Lo "spacchio" - soprattutto a Catania - diventa un intercalare in domande che nel resto d'Italia accolgono invece espressioni colorite per l'organo sessuale maschile: "che spacchiu dici?" (ti rendi conto delle stupidaggini che stai dicendo?), "che spacchiu fai?" (che stai combinando?), "chi spacchiu sii?" (chi ti credi di essere?), "che spacchiu c'hai?" (si può sapere perché stai così male?), "che spacchiu talii?" (cos'hai da guardare?), "che spacchiu ci ridi?" (cos'hai da ridere?), "che spacchiu ne sacciu?" (cosa ne posso mai sapere?), tutte invariabilmente pronunciate con un'intonazione ora scocciata ora minacciosa, a seconda dei casi.

"Spacchiarsela" - in senso ampio - significa godere molto, spassionatamente: "minchia 'mpare m'a spacchiai" (oh, amico mio, me la sono "spacchiata", mi sono veramente divertito, come di più non era proprio possibile). Attenzione allo slittamento di significato: "uora t'a stai spacchiannu troppo assai", proferito con un tono di rimprovero, per dire che ora stai davvero esagerando nel vantarti delle tue gesta, oppure "nun t'a spacchiari", con tono d'ammonizione, per invitare a rimanere umili, modesti, anche quando si avrebbe piena ragione ad andare in giro a testa alta e petto in fuori, a "spacchiarsela" appunto.

"Spacchioso" e "spacchiosa" sono anche aggettivazioni: "troppo spacchioso!" (troppo bello, troppo divertente!).

C'è chi si è avventurato in una derivazione etimologica, più eroica che incerta, che riporto come la leggo in rete, senza prestargli troppa fede, ma sol perché mi piace pensare che sia vera o almeno verosimile.
 
L'origine del termine sarebbe nel latino "paclum" (mod. "patulus", aperto, ampio, esteso) che aveva il significato di pasto saporito, golosità, da cui forse anche l'italiano "pacchia", con l'aggiunta del prefissso "s" per intensificare il concetto, per conferirgli un significato rafforzato, "più che buono, proprio da golosi" (e l'associazione di idee col cunnilingus è inevitabile, per i più infoiati).

Tutto questo è lo "spacchio", tutto questo vuol dire essere "spacchiosi", e i francobolli di Sicilia sono da sempre, senza dubbio, i più "spacchiosi" al mondo.

L'emissione di Sicilia, dal ½ grano al 20 grana, in bordo di foglio.

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