UNA COLLEZIONE DI COLLEZIONISTI - Gli svolazzi del Signor Kurz
"I palloni del Signor Kurz" è un racconto di Michele Mari - nella raccolta "Euridice aveva un cane", edita da Einaudi - che esprime meravigliosamente l'essenza del collezionismo.
Gli allievi di un collegio maschile giocano le loro partite di calcio sotto la costante minaccia del Signor Kurz, un vecchio vicino che s'impossessa dei palloni caduti accidentalmente nel suo cortile, senza restituirli. Il piacere delle partite - "l'unica cosa bella, nella triste vita del collegio"- è così avvelenato dalle mille precauzioni necessarie per evitare che il pallone oltrepassi il muro di cinta, finendo nel dominio oscuro di Kurz, da cui nulla è mai tornato indietro, nemmeno su sollecitazione delle istruttrici del collegio.
Ma la vocazione supera l'intenzione, i ragazzi hanno una foga insopprimibile, e non riescono mai a badare troppo al pericolo, a dare un seguito ai loro migliori propositi di prudenza. Il cortile di Kurz attira i palloni con la stessa forza un buco nero. E' uno spazio insondabile, governato da un Moloch che fa scemare il sorriso e il chiasso gioioso dei giovani giocatori.
Finché i ragazzi, esasperati, organizzano una spedizione notturna nel giardino di Kurz, per vendicare i soprusi e riappropiarsi dei palloni indebitamente sottratti al loro piacere. Ma quando Bragonzi - il ragazzino protagonista del racconto - scavalca il muro e si ritrova dall'altro lato, ecco che rimane esterrefatto. La sua torcia elettrica illumina una serra di palloni. Ogni pallone è custodito in un vaso. Ogni vaso riporta un'etichetta con l'indicazione del giorno d'arrivo del pallone nel giardino, dal 1933 sino all'anno corrente, 1965.
Tutto cambia, nella percezione del ragazzino. Il Signor Kurz non è più "un enorme ragno nero [...] rapidissimo a gettarsi sui palloni che come grassi insetti cadevano nella sua rete", e che "afferratili con le sue immonde zampe, li succhiava orribilmente fino a lasciarne floscia la spoglia", come Bragonzi lo immaginava all'inizio. Al contrario, il Signor Kurz "aveva disposto ogni pallone nel vaso in modo da porne in vista la parte migliore, quella meno ammaccata o meno scucita, o quella con le facce e o le firme, come se a quei palloni volesse bene". Il Signor Kurz, nel sequestrare i palloni, li porta in salvo, evita che siano "lacerati dai denti dei cani o bolliti dal sole [...] o ciulati nel parco". Il Signor Kurz ama i suoi palloni, li ordina, li dispone in sequenza, li custodisce e li protegge, cosicché i palloni rubati sopravvivono ai legittimi proprietari e diventano la memoria storica delle partite giocate.
Ma la vocazione supera l'intenzione, i ragazzi hanno una foga insopprimibile, e non riescono mai a badare troppo al pericolo, a dare un seguito ai loro migliori propositi di prudenza. Il cortile di Kurz attira i palloni con la stessa forza un buco nero. E' uno spazio insondabile, governato da un Moloch che fa scemare il sorriso e il chiasso gioioso dei giovani giocatori.
Finché i ragazzi, esasperati, organizzano una spedizione notturna nel giardino di Kurz, per vendicare i soprusi e riappropiarsi dei palloni indebitamente sottratti al loro piacere. Ma quando Bragonzi - il ragazzino protagonista del racconto - scavalca il muro e si ritrova dall'altro lato, ecco che rimane esterrefatto. La sua torcia elettrica illumina una serra di palloni. Ogni pallone è custodito in un vaso. Ogni vaso riporta un'etichetta con l'indicazione del giorno d'arrivo del pallone nel giardino, dal 1933 sino all'anno corrente, 1965.
Tutto cambia, nella percezione del ragazzino. Il Signor Kurz non è più "un enorme ragno nero [...] rapidissimo a gettarsi sui palloni che come grassi insetti cadevano nella sua rete", e che "afferratili con le sue immonde zampe, li succhiava orribilmente fino a lasciarne floscia la spoglia", come Bragonzi lo immaginava all'inizio. Al contrario, il Signor Kurz "aveva disposto ogni pallone nel vaso in modo da porne in vista la parte migliore, quella meno ammaccata o meno scucita, o quella con le facce e o le firme, come se a quei palloni volesse bene". Il Signor Kurz, nel sequestrare i palloni, li porta in salvo, evita che siano "lacerati dai denti dei cani o bolliti dal sole [...] o ciulati nel parco". Il Signor Kurz ama i suoi palloni, li ordina, li dispone in sequenza, li custodisce e li protegge, cosicché i palloni rubati sopravvivono ai legittimi proprietari e diventano la memoria storica delle partite giocate.
Brangonzi attraversa quel museo, quella collezione, in un crescendo di emozioni, sino al punto che gli procura "un brivido su tutto il corpo": i vasi ancora vuoti, i vasi destinati ad accogliere i palloni del futuro, i vasi portatori della memoria delle partite che verranno, delle partite non ancora giocate. Dove sono quei palloni, i palloni del futuro, in quel preciso momento? In quale magazzino o vetrina? Quanto tempo servirà per vederli arrivare "come frutti maturi dal muro"? Nessuno può dirlo né pronosticarlo. Si può solo attendere, fiduciosi nel loro arrivo, perché la fede nella riuscita è uno dei sentimenti primordiali del collezionista.
Ho conosciuto il Signor Kurz. Non quello del racconto di Mari, un'altro, ma cambia poco. Perché in fondo, diciamocelo, siamo tutti dei Signor Kurz. Collezionare significa desiderare, identificare un oggetto del desiderio - un pallone, un libro, una moneta, un francobollo - da amare e voler possedere, da proteggere, salvandolo dalla dispersione. Ma collezionare vuol dire anche saper aspettare, avere un cuore e un animo predisposti all'attesa, capaci di pazientare.
Il Signor Kurz - il "mio" Signor Kurz, la mia conoscenza - mi ha chiesto un favore, che sono lieto di assecondare perché arricchisce di un altro personaggio, di una nuova sensibilità, questa speciale Collezione di Collezionisti.
Il Signor Kurz colleziona "Napoli" e ha una pretesa modesta, neanche troppo originale. Vuol percorrere una via già battuta - per dire - da Renato Mondolfo e Matteo Tosto, vuole riunire in una collezione i 37 "svolazzi" di Napoli su lettere affrancate col 2 grana isolato, la tariffa più comune dell'emissione del 1858. Ha già messo qualcosa in collezione, ma molti spazi sono ancora vuoti, da riempire. Dove sono, ora, in questo momento, gli "svolazzi" che mancano al Signor Kurz? Chi li possiede? Quando li venderà? Arriveranno mai nella Collezione "Kurz"?
"Gli svolazzi del Signor Kurz" si mostrano ai lettori del Blog, in un modo sicuramente diverso da quello con cui i palloni di Kurz furono illuminati dalla torcia di Bragonzi, ma con la stessa segreta, intima speranza: che un Bragonzi di passaggio - un collezionista, un mercante, un banditore d'asta - si innamori di questa collezione proprio come il vero Bragonzi si innamorò dei palloni di Kurz, al punto da partecipare attivamente alla nobile lotta contro la dispersione, e voglia così collocare spontaneamente i suoi splendidi "svolazzi" nell'album di Kurz, proprio come Bragonzi scagliò volontariamente oltre il muro - nel giardino di Kurz, nel Regno della Conservazione - il "Derby Star Deliciae Platearum" appena ricevuto in regalo dal padre, per garantire a quel magnifico pallone la vita eterna e, con essa, la sopravvivenza di una parte della sua infanzia.
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