SULLE SPALLE DEI GIGANTI


I due principali argini entro cui si svolge il collezionismo degli Antichi Stati sono i cataloghi di vendita del passato e le grandi collezioni storiche.










 


Vorrei dare, se non il senso profondo, almeno la fragranza di ciò che alcune collezioni mi hanno trasmesso.

"Scilla e Cariddi" - inarrivabile collezione del Regno delle Due Sicilie - ha plasmato il mio approccio alla filatelia degli Antichi Stati, mi ha trasmesso la tecnica del collezionare, mi ha insegnato a scegliere i singoli pezzi, a comporre le pagine, a strutturare l'album.

La "Luxus", e ancor prima e meglio la "Pedemonte", mi hanno insegnato che cos'è la qualità nella filatelia degli Antichi Stati, mi hanno spinto e invogliato a non risparmiarmi mai, a mettere sempre il massimo, entro i limiti delle mie possibilità.

Le "Testine" di Ottavio Masi mi hanno insegnato che cosa cos'è la rarità nella filatelia degli Antichi Stati, l'autentica, genuina rarità, da tenere separata e distante dalle rarità artificiali, eufemisticamente definite "specialistiche", "di settore" o "di nicchia".
 
Bernardo Naddei è la più vivida dimostrazione di quanto pragmatismo possa esserci nell'utopia di conciliare rarità e qualità, due dimensioni collezionistiche storicamente in conflitto, e qui invece magistralmente raccordate, in un invito a immaginare e sperare cose straordinarie.

Le Collezioni Burrus e "Seta", e per molti versi anche la "Alphonse", mi hanno fatto capire come ogni collezione è figlia del suo tempo, che le maestose costruzioni del passato possono perdere di smalto, se riesaminate con logica moderna, con ciò spingendomi a immaginare come possa esser fatta una collezione evergreen, resistente al fluire del tempo, all'alternarsi dei cicli; e un avvio di risposta l'ho trovato nella Collezione Caspary.

La Collezione Vullo - un complesso in prevalenza di lettere, selezionate con gusto e raffinatezza - dice chiaramente quanto sia flessibile il concetto di completezza di una collezione, se si parla di Antichi Stati.

La Collezione Aquila - di Sicilia, peraltro non limitata agli Antichi Stati - ci insegna che non c'è bisogno di imbottire ogni pagina d'album di rarità di prima grandezza, per raccontare storie affascinanti e coinvolgenti.

La "Ghirlandina" (Modena) e la "Chrysopolis" (Parma), pur nella loro suggestione, mi hanno detto che la storia postale non sarà mai il mio mestiere, che non è il filone degli Antichi Stati per me da prediligere (ma altri saranno magari invogliati proprio in questa direzione).

La "Kirchner" - collezione generalista - mi ha dato una precisa indicazione in negativo: quanta approssimazione, pacchianeria e volgarità possono annidarsi nell'animo di un collezionista, per venir fuori poi con tanta più virulenza quanto più denaro si possiede.

Anche l'insegnamento della "Tirreno" - altra collezione generalista - lo declino in negativo: si possono anche avere stile e denaro, ma se i propri talenti non sono disciplinati ed educati, ne verrà fuori un insieme, anche pregevole, ma zoppicante, privo dei segni caratteristici di una vera collezione.

Tra gli esempi in negativo annovero anche la "Mormino" (Napoli e Sicilia), che mi ha insegnato a distinguere tra un'autentica collezione e una semplice accumulazione di francobolli, pur rari, prestigiosi o di qualità.

E si potrebbe andare avanti ancora a lungo. Io vi ho dato il via. Ora proseguite pure da soli. 

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