"LUXUS", INSEGUIRE LA PERFEZIONE
"Io sono un animale di lusso; e il superfluo m'è necessario come il respiro"
(Gabriele D'Annunzio)
(Gabriele D'Annunzio)
La "Luxus" è la collezione più appariscente tra il vecchio e il nuovo millennio.
La potete ammirare in tre eleganti cataloghi d'asta curati dalla David Feldman di Ginevra, proposti tra il 2009 e il 2010, e disponibili anche on-line (Parte I, Parte II, Parte III).
"Quality has long been understood as an essential component of rarity,
though it has usually been thought of primarily in terms of 'condition'
- mechanical soundness coupled with margins that clear all around. [...].
The underlying criteria for the 'LUXUS' collection were simple:
- mechanical soundness coupled with margins that clear all around. [...].
The underlying criteria for the 'LUXUS' collection were simple:
to obtain an example of every Italian States stamp postally used,
and also on cover, in the finest condition possible. [...].
Robson Lowe once wrote, quoting Oscar Wilde,
that 'quality remains, long after price has been forgotten'.
The rarest of postage stamps have kept their prices
while thrones have crumbled, nations have perished,
markets have collapsed and countries have become troubled
- in difficult times, they continue to be a lasting store of value,
an 'asset class' out of reach of the vicissitudes which buffet more universal arenas"
(Dalla presentazione unificata dei tre cataloghi dell'asta "Luxus")
Il criterio di filtraggio - per la selezione dei pezzi - è davvero elementare, avulso da una preordinata logica filatelica: custodire in un unico album - negli album di un unico collezionista - i migliori francobolli degli Antichi Stati Italiani, sotto il profilo qualitativo.
La qualità - nella "Luxus"- non è più un vincolo per la creazione della collezione, ma diventa la funzione-obiettivo, da massimizzare, come precisa il sottotitolo che ne accompagna i cataloghi: "the pursuit of perfection", l'inseguimento della perfezione (da intendersi come massima qualità raggiungibile).
Col beneficio della retrospettiva, il progetto può dirsi realizzato, nella misura in cui ha senso immaginarlo effettivamente compiuto. Pretendere di concentrare in un unico punto tutti gli esemplari più belli, ma proprio tutti, è come voler formare una collezione con tutte, ma proprio tutte, le maggiori rarità di tutti gli Antichi Stati censite dal Sassone. Si fa quel che si può.
C'è una vaga assonanza tra la "Luxus" e la "Pedemonte": entrambe puntavano alla qualità (ed entrambe hanno centrato l'obiettivo, anche se la "Pedemonte" con ben altra estensione e profondità); entrambe ambivano anche alla rarità, senza indietreggiare sulla qualità (qui con esiti diversi: la "Pedemonte" ci riuscì davvero, la "Luxus" no, e si preferì lasciar vuote molte caselle piuttosto che riempirle con esemplari non all'altezza, anche se poi ci pensò Feldman a tappare alcuni buchi, inserendo di straforo gli esemplari mancanti); entrambe avevano dietro l'intelligenza filatelica e l'esperienza commerciale di un grande mercante (nel caso della "Luxus, l'ingegner Giacomo Avanzo - scuola Renato Mondolfo - che ne rappresenta l'artefice principale ancorché non esclusivo).
The pursuit of perfection - Napoli
Ma le analogie si fermano qui.
Di là dei singoli apprezzamenti sulla
"Luxus" - si guardi a al 4 crazie di Toscana con tassello capovolto, alla più bella coppia della "Trinacria", al blocco di cinque a
seggiola del 50 bajocchi del Pontificio unito alla striscia di quattro -
la "Pedemonte" rimane di tutt'altra categoria, non appena si recuperi
la visione d'assieme (e lo rimarrà sempre, ogni
qualvolta le si opporrà una qualsiasi altra collezione).
The pursuit of perfection - Le rarità

E tra la "Pedemonte" e la "Luxus" c'è pure una netta differenza nelle figure che stanno dietro la collezione, nei due collezionisti, che magari non spiega tutto, ma sicuramente dice molto.
L'immagine che circola del Signor "Luxus" - un avvocato di Milano, impegnato in un business finanziario ad alto rendimento - non è proprio tra le più sobrie, non delinea una figura da portare ad esempio, e il personaggio finisce così con l'alimentare la macchietta del collezionista "fissato con la qualità", un egocentrico e vanaglorioso, col solo pregio di avere molto denaro da spendere, e contro cui nessuno può nulla, semmai dovesse rivaleggiarvi in un'asta.
Chiunque abbia sfidato il Signor "Luxus" - fosse anche su pezzi nominalmente ordinari, ma di qualità straordinaria - ha percepito un'arroganza e sperimentato una frustrazione difficilmente ripetibili. Potevate decuplicare la base d'asta, o raddoppiare direttamente la quotazione di catalogo, ma se "Luxus" voleva un francobollo, "Luxus" lo avrebbe avuto, perché qualunque cifra voi aveste detto, lui avrebbe replicato "più uno". Non c'erano santi, non c'erano eroi.
The pursuit of perfection - Parma
A tanta magnificenza non sembra peraltro aver corrisposto una pari attenzione verso la custodia di quegli oggetti tanto ambiti.
E' ben noto - per dire - che alcuni francobolli del Regno di Napoli vanno incontro a drammatici fenomeni di ossidazione, se non conservati adeguatamente, con pregiudizio per la loro attrattiva collezionistica (e pesanti ripercussioni sul valore commerciale).
Al Signor "Luxus" nessuno deve averlo spiegato, visto che alcune eccezionali affrancature col 50 grana sono uscite dalla collezione in uno stato pietoso, rispetto all'immagine che in molti ne conservavano.
Si ha un bel dire che lo sporco da ossidazione può rimuoversi con cotton-fioc e acqua ossigenata,
ma provate a
farlo davvero su una striscia del 50 grana su documento, se avete il
coraggio,
e a ogni modo chi ama i suoi francobolli non dovrebbe mai
arrivare a certe situazioni patologiche.
Del tutto particolare, poi, la situazione che condusse alla vendita, alla dispersione della collezione da Feldman.
L'asta "Pedemonte" - non credo di sbagliarmi - fu sollecitata dagli eredi, quando il collezionista era ormai defunto, o comunque in età avanzata. Era - per così dire - il fisiologico e inevitabile momento del distacco. Come lo fu - per capirci - per la "Sicilia" di Nino Aquila, battuta dalla Bolaffi nel 2011, due anni prima dell'ultimo saluto del grande collezionista, con le sue 88 primavere.
Con la "Luxus" le cose andarono diversamente. La liquidazione fu decisa nell'espace d'un matin, per ragioni che non è poi così complicato intuire (il rischio elevato è l'altra faccia del business ad alto rendimento in cui era impegnato l'avvocato milanese, e quando il rischio si manifesta per il sopraggiungere di una crisi finanziaria, ecco che i grandi guadagni si trasformano velocemente in perdite di pari entità).
Nessun operatore italiano fu disposto a rilevare la collezione, perché a fronte di un'acquisizione "in blocco" ci sarebbe voluto un tempo a priori indefinibile per dettagliarla a prezzi adeguati ai singoli collezionisti, con uno sbilancio finanziario insostenibile anche per i mercanti più rinomati.
Gli album della perfezione volarono così oltre confine, in Svizzera, consegnando alla storia l'asta "Luxus".
Non riesco a scorgere nella "Luxus" quel luogo fiabesco e incantato che percepisco invece nitidamente nella "Pedemonte" o in "Scilla e Cariddi", e sì, aveva ragione Alberto Bolaffi nel dire che la grandezza di una collezione - la sua poesia, la sua magia - non è mai separabile dalla caratura dell'uomo che l'ha saputa costruire.
I tre cataloghi "Luxus" - al netto delle aggiunte posticce di Feldman - rimangono comunque un eccellente manuale di educazione filatelica, per chiunque sia interessato a capire cosa sia la qualità nel collezionismo degli Antichi Stati Italiani.
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