DE GUSTIBUS

Spero vi abbia divertito il tour della Sicilia, alla scoperta di una terra che tra tante meraviglie, tra limoni e tra conchiglie, vanta anche i francobolli più belli del mondo. Voglio ora condurvi al di qua del Faro, nel Regno di Napoli, per presentarvi i francobolli della parte continentale delle Due Sicilie, anch'essi segnati da storie di ambizioni e vanità, sotterfugi e furbizie, ricche di simboli e evocazioni, ben oltre il semplice trasporto della corrispondenza.

Dovremo riprendere il traghetto in direzione opposta, e non preoccupatevi se soffrite il mal di mare. Possiamo procedere anche per via di terra, percorre il gigantesco ponte tra la Sicilia e l'Italia, il Ponte sullo Stretto. I lavori sono iniziati da oltre un secolo, a prestar fede alle notizie di stampa, e volete che non siano stati ultimati?  


Pazienza, se ci impiegheremo un po' più di tempo. Useremo quel tempo per acclimatarci al collezionismo degli Antichi Stati, per discorrere di aspetti di metodo e d'impostazione, per evitare incongruenze e assurdità nel nostro pensare, nel nostro agire. 

Ho già avviato il discorso sul gusto, in generale e in filatelia in particolare.


Serve audacia per parlare di gusto, per giustificare scelte basate sul gusto, in un'epoca permeata di relativismo, che abusa del relativismo, e in cui una cultura vale l'altra, un criterio equivale al suo opposto, dove nuovi valori incalzano con ritmi inimmaginabili, dove è buono tutto, dappertutto e per tutti, come il porco, il maiale, di cui non si butta via niente (neanche le unghie e le setole), e che piace a tutti (anche a chi lo bandisce) e si può trovare ovunque.

Serve sfrontatezza, per contrastare una credenza tanto assurda e aberrante, quanto diffusa: quella che afferma - e anzi proclama - che in fatto di gusti (di qualitàbellezza in filatelia) è tutto molto arbitrario, soggettivo e discrezionale, perciò indiscutibile, che, insomma, se a me il francobollo piace, chi sei tu per contestare i miei gusti?

Sarò tranchant, perché non c'è altra via. Potete pure recitarmi a memoria, rigo dopo rigo, l'opera omnia dell'intera generazione dei Diena, potete essere voi stessi autori di libri e studi, potete tenere lectio magistralis sulle tecniche di stampa, i tipi di carta, gli inchiostri, il plattaggio, le varietà, le tariffe. Bello tutto: bella 'a boiserie, bello l'armadio, belle 'e cassapanche... bello, bello, bello tutto... bravo... grazie, adesso te ne poi pure anna'.


Ho proposto una similitudine tra il gusto e l'educazione, per contrastare questo relativismo a ogni costo, per avere alcuni, pochi, punti fermi. Il gusto come l'educazione, il buon gusto come la buona educazione, il cattivo gusto come la maleducazione, l'assenza di gusto come l'ineducazione, per far capire alla mandria dei Signor De Gustibus che le libertà personali non sono insindacabili.

La libertà incontra un primo basilare vincolo nella coerenza, non con gli altri, ma con sé stessi. Serve primariamente conciliare le personalità multiple che si accavallano dentro ognuno di noi, le idee, le sensazioni, gli stati d'animo, che a ogni momento ci agitano e ci smuovono, in direzioni contrastanti. Serve coerenza (con sé stessi) perché l'incoerenza si paga a caro prezzo, infligge penalità alla lunga insostenibili.

La libertà deve poi rispettare la tradizione, non soggiacervi o esserne asservita, ma tenerla nella giusta considerazione, nella misura in cui la tradizione compendia la saggezza, non più del singolo, ma di un'intera classe - un'élite, un club, una comunità, un popolo - ed esprime l'opera di sistematica riflessione su fatti e cose, per distillarne un nucleo di convinzioni funzionali a proteggere e perpetuare l'esistenza di quella classe.

Questa è la (buona) educazione, questo è il (buon) gusto, e personalmente non so riconoscere alla filatelia una finalità più nobile e alta dell'educare al buon gusto, per distinguere gli autentici capolavori dai pasticciacci brutti.


L'esperienza sconsiglia un'impostazione discendente, da cima a valle, dall'esposizione di pochi principi astratti e generali alla loro applicazione agli innumerevoli casi pratici. E' inutile sgranare un rosario di formule standard - la qualità è fatta di margini, freschezza e annullo, ora pro nobis; i tre parametri qualitativi hanno pari dignità e tra essi non sussistono compensazioni, ora pro nobis; i margini devono essere visibili a occhio nudo, ben bilanciati e di ampiezza proporzionata alla distanza tra i francobolli nel foglio, ora pro nobis; gli annulli devono essere leggibili, ben impressi e non ripetuti, ora pro nobis; le incisioni devono rivelare il maggior numero possibile di dettagli, ora pro nobis - tutte formule pur vere, profondamente vere, e tuttavia di scarsa presa sull'animo e sul pensiero del collezionista, perciò di debole efficacia nel guidarne l'azione, perché in apparenza mai realmente collegabili al materiale che ha sotto gli occhi.

Preferisco seguire un approccio ascendente, dai piedi della montagna sino alla vetta, dall'osservazione empirica alla sua concettualizzazione, dalla presentazione di case-study alla costruzione della teoria, di tutta la teoria che serve, per analizzarli compiutamente nelle loro molteplici sfaccettature. Il discorso sul gusto va abbordato alla larga - con analogie, metafore, divagazioni - come fosse una seduta di psicoanalisi, in cui il dottore si limita a porre le giuste domande, o a raccontare storie appropriate, lasciando poi al paziente il compito di trovare risposte e collegamenti, per far chiarezza in sé stesso. Conviene mostrare in pratica, piuttosto che di-mostrare in teoria, e sarà proprio la pratica a far sentire, pressante, l'esigenza della sistematizzazione teorica. Conviene, se del caso, partire da lontano, da molto lontano, e concedersi più d'una pausa, per dar modo a una pur elementare verità di sedimentare e decantare.

Ducato di Parma, 1854, II emissione.
25 centesimi bruno rosso.
Il più bel francobollo sciolto del Ducato di Parma,
tra i più belli di tutti gli Antichi Stati Italiani.
Ex Collezione "Luxus".

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