COME SI COLLEZIONANO GLI ANTICHI STATI?


 
Questa domanda - come si collezionano gli Antichi Stati? - è insidiosa; suggerisce che le collezioni di Antichi Stati si costruiscono con un'ingegneria e un'architettura loro proprie; che vi sia una differenza di natura, non di semplice grado, tra gli "Antichi" e tutto il resto.
 
Prendiamo larga. Cosa vuol dire - in generale - collezionare? Collezionare - al livello più evoluto e raffinato - significa raccontare una storia (attraverso degli oggetti). Collezionare - a uno stadio iniziale, basico - significa raccogliere tutti i francobolli di una serie, tutte le serie di un anno, tutti gli anni di un periodo. E in mezzo c'è un po' di tutto.
 
La differenza tra i due estremi sta nel fatto che in un caso abbiamo un criterio di selezione endogeno, stabilito dal collezionista in funzione della storia che vuol raccontare, nell'altro abbiamo invece un criterio esogeno, dettato dalla composizion e dal ritmo delle emissioni.
 
Il collezionismo basico è ovviamente più facile del collezionismo evoluto o, per meglio dire, è più meccanico, automatico, per molti aspetti meno emozionante, e con uno svantaggio non da poco: la completezza della collezione è un tutt'uno con il possesso di questo o quell'esemplare, laddove nel collezionismo evoluto dipende dal tema della collezione, sotto il pieno controllo del collezionista.
 
Per esemplificare: una "Repubblica" tradizionale, classica, senza il Gronchi Rosa e il Cavallino è e rimane una collezione incompleta, monca, zoppicante, e qualcuno dice addirittura che non è una collezione, che l'assenza di quei due pezzi rende irrilevante tutti gli altri. D'altra parte, quando un collezionista di "Repubblica" ha comprato il Gronchi e il Cavallino - magari al top, con gomma originale integra, cerntratura perfetta, dentelli a posto - i capitoli Gronchi e Cavallino sono per lui definitivamente chiusi; non si mette cioè a cercarne altri, perchè "gli altri" sono identici a quelli che già possiede, come lo sono dei gemelli omozigoti, vestiti e pettinati allo stesso modo (un Gronchi eccezionale è indistinguibile da un altro Gronchi eccezionale, come lo sono due banconote di pari valore appena stampate).
 
Qual è allora la specificità del collezionismo degli Antichi Stati - se mai c'è - rispetto ad altri settori? Sostanzialmente nella più ampia libertà di cui si gode lungo l'intera scala di possibilità, dalla più evoluta alla più elementare.
 
Un collezionista di "Antichi" può fare cose che sono precluse a tutti gli altri. Prendete - a esempio - la Collezione Stella", interamente dedicata al 15 centesimi del Lombardo Veneto, o la Collezione Manzoni, dove l'ospite d'onore è il 5 bajocchi del Pontificio. Difficile, se non impossibile, immaginare situazioni simili - un'intera collezione basata su un solo francobollo - in altri ambiti. Guardate alla Collezione Vullo (asta Harmers, 12 novembre 2003) in cui tutti gli Antichi Stati sono rappresentati attraverso una ragionata selezione di lettere. La Collezione Masi - non una straordinaria collezione di Lombardo Veneto, ma il Lombardo Veneto - è stata a lungo orfana della prima emissione, senza per ciò peccare di completezza, anche se poi il collezionista cambiò registro.
 

Anche quando l'obiettivo è realizzare il Gran Tour degli Antichi Stati - una scelta che per certi versi ripiega sullo stile classico delle collezioni di "Repubblica", con l'obiettivo di riempiere quante più caselle - le possibilità rimangono innumerevoli, potenzialmente infinite, basta vedere quanto siano diverse tra loro la "Pedemonte" e la "Luxus".
 
Questa ampiezza di soluzioni, se da un lato dà modo di esprime al meglio la propria vocazione, dall'altro presuppone la profonda conoscenza e il pieno dominio di sé. "Se una persona non ha un buon equilibrio può combinare disastri, è evidente". Parola di Alberto Bolaffi.

Guardiamo - banalmente - alla selezione dei singoli pezzi. Uno stesso francobollo degli Antichi Stati - poniamo il 2 crazie di Toscana, Sassone n. 5d - non è mai realmente uguale a un suo simile. Ogni francobollo degli Antichi Stati è unico e irripetibile, non fosse altro per un fatto di qualità (anche se poi è comodo raggruppare i francobolli in classi qualitative, come a dire che l'Italia è divisa in regioni e la popolazione di ogni regione ha le sue caratteristiche; ma quante diversità tra le città di una stessa regione, tra i quartieri di una stessa città, tra le persone di uno stesso quartiere o palazzo, sino al singolo individuo: io, tu, lui, lei).

Questo punto è dirimente. Il collezionista di "Antichi" non smette di guardare i 2 crazie, e neanche i 2 crazie n. 5d, una volta acquistato un 2 crazie n. 5d. Se capita un altro 2 crazie, fosse anche un altro 5d che già possiede, potrebbe comunque comprarlo, perché i 5d non sono come i Gronchi, fatti in serie, ma sono tutti diversi, a volte spettacolarmente. Se però non impara a gestire questo impulso - questa spinta istintiva all'acquisto, indotta daglla natura stessa degli oggetti collezionati - c'è il rischio di ritrovarsi con un album fatto di buchi clamorosi tra ammassi sorprendenti, un insopportabile alternarsi di valli e picchi, una montagna russa filatelica, che darà la nausea anche agli stomaci più forti.

Riprendiamo la selezione di "Toscana", che per vostra comodità elenco di seguito, limitatamente agli esemplari del Granducato.

- 1851-52
  • 2 esemplari da 1 soldo (entrambi Sassone n. 2d);
  • 5 esemplari da 1 crazia;
  • 1 striscia di tre da 1 crazia (su piccolo frammento);
  • 4 semplari da 2 crazie;
  • 1 coppia del 2 crazie;
  • 3 esemplari da 6 crazie;
  • 1 esemplare da 9 crazie;
  • 2 coppie del 9 crazie.
- 1857-59
  • 1 esemplare da 1 quattrino;
  • 3 esemplari da 2 crazie;
  • 1 striscia di tre del 2 crazie;
  • 4 esemplari da 4 crazie;
  • 4 esemplari da 6 crazie.
E' chiaro perché parlo di assortimento, o selezione, e non di collezione?

Non c'è un solo pezzo duro, non dico il 60 crazie, ma almeno il 2 soldi, o gli esemplari da 1 soldo e 9 crazie del 1857-59, oppure, a dilatare il perimetro, il quattrino del 1852 e la crazia del 1857. L'unico pezzo di livello è il soldo del 1851, peraltro ripetuto due volte, persino nella stessa tonalità di colore. Abbiamo poi una massa informe di "craziette", che per un'ironia beffarda amplifica la percezione delle gravi assenze.

Perché continuare a comprare (leggasi: spendere denaro per) esemplari da 2 o 4 crazie, quando mancano addirittura il quattrino del 1852 e la crazia del 1857?

Perché portare a casa due pezzi da 1 soldo (dello stesso colore!), quando il 2 soldi non risponde ancora all'appello?

Perché avventurarsi nei multipli - pezzi specialistici, avanzati -, quando il 9 crazie del 1859 marca visita?

Perché esporsi su ben tredici lettere (13!) tra "Marzocchi" e "Provvisorio", quando il soldo del 1857 è desaparecidos?

Diverse cose sono andate storte. E' mancato il piano della collezione, per quanto fosse semplice immaginarlo. E' mancata la chiarezza delle idee, per quanto basico fosse lo stile collezionistico. Possiamo collezionare gli "Antichi" come fossero "Repubblica", ma anche in questo caso elementare dobbiamo avere un codice di comportamento, un protocollo per l'azione, delle linee guida: limitare i pezzi minori, tenere a mente le voragini da colmare, evitare il salto nei multipli o nei documenti fin quando non si è raggiunto un accettabile equilibrio compositivo; non smarrire mai la visione d'assieme, il punto in cui si trova la raccolta, l'indirizzo tattico da imprimerle nel breve termine, la direzione strategica nel medio-lungo.
 
Collezionare gli Antichi Stati dà grande libertà di scelta, ma da una grande libertà deriva una grande responsabilità.
 
Collezionare gli Antichi Stati è difficile, anche quando (apparentemente) facile.

Commenti

Post popolari in questo blog

KU FU? DALLA SICILIA CON FURORE

SEMIOFORI

LO STRANO CASO DI BENEVENTO E PONTECORVO