L'ARTE DI GOVERNARE LA COMPLESSITA'

"Il labirinto evoca sempre i misteri iniziatici, le vie devianti che portano all'illuminazione"

Collezionare la grande qualità è una sfida complessa, perché impone di agire in controtendenza in almeno tre direzioni, rispetto agli impulsi naturali.

La qualità è cosa rara. Ne gira poca, chi ce l'ha se la tiene e la non la vende, spesso nemmeno di fronte a offerte indecenti (perciò diffidate di quei francobolli, di presunta "alta qualità", che riuscite a sfilare ai proprietari senza eccessivi sforzi, psicologici ancor prima che economici). Il flusso continuo di cataloghi d'asta porta sotto i nostri occhi migliaia di francobolli, ma per trovarne uno di qualità serve passarne al setaccio ancor di più. La ricerca della qualità sottomette così alla più insopportabile delle discipline: quella dell'attesa.

La qualità è costosa. Serve abituarsi all'idea di sostenere costi elevati senza troppe remore, per averla (perciò diffidate di quei francobolli, di presunta "alta qualità", che riuscite a spuntare troppo a buon mercato). La grande qualità è inconciliabile con quei meticolosi calcoli di convenienza a cui il collezionista medio dedica gran parte del suo ingegno. La grande qualità è lo stargate. Quando si apre - se si apre - serve la più incisiva delle capacità decisionali: quella della risolutezza.

La qualità è una realtà multidimensionale. I tre parametri qualitativi di un francobollo - annullo, freschezza e margini, scritti in ordine inconsueto per rimarcare la loro pari dignità - entrano spesso in contrasto, anche in maniera aspra, e perciò può essere problematico arrivare a una sintesi ragionevole, a un giudizio finale sensato sull'esemplare sottoposto alla nostra attenzione. Serve la più raffinata delle doti artistiche: quella di gestire i conflitti.

Questi tre punti richiedono più d'una precisazione, specialmente l'ultimo.

Se tutti i francobolli di grande qualità - a esempio i Marzocchi - fossero come il quattrino del 1851 Harris-Seta...

Granducato di Toscana, 1851.
1 quattrino nero, I emissione.
Il più bell'esemplare noto.
Ex Collezione Harris, ex Collezione "Seta".

... o come il soldo della vendita 164 della Auction Phila...

Granducato di Toscana, 1851.
1 soldo bistro arancio su grigio, I emissione.
Il migliore esemplare noto.

... se esistesse cioè un numero sufficiente di esemplari in queste condizioni per ogni valore del Marzocco, dal quattrino al 60 crazie, allora il gioco della qualità si semplificherebbe notevolmente. Sarebbe sufficiente aspettare la loro uscita sul mercato, per poi acquistarli, spendendo quel che c'è da spendere, e non servirebbe altro.

Ma le cose stanno diversamente, purtroppo o per fortuna. Come il quattrino Harris-Seta c'è solo il quattrino Harris-Seta, e non ci sono altri quattrini come quello di proprietà personale di Giulio Bolaffi, riprodotto sull'Enciclopedico.

Granducato di Toscana, 1851.
1 quattrino nero su azzurro.
Esemplare insuperabile, per marginatura, annullo e intensità di colore.


Questi non sono francobolli di grande qualità. Questi sono gli dèi dell'Olimpo, i mitici. La differenza tra la grande qualità e il migliore esistente è la stessa che passa tra una lunga vita e l'immortalità. Differenza profonda, di natura, non di semplice grado, differenza incommensurabile, perciò incolmabile. Questi sono francobolli-limite, asintoti a cui serve avvicinarsi, se si vuol collezionare la grande qualità, nella consapevolezza che difficilmente saranno raggiunti.

La partita della grande qualità si gioca su un altro campo, con altri giocatori, si gioca con i comuni mortali, con i francobolli umani, gli esemplari eccezionali, lusso o d'amatore. Abbiamo principi e direttive, linee guida e orientamenti, per giocare bene, per giocare con gusto, ma non possiamo pretendere schemi preconfezionati, applicabili meccanicamente. La qualità è un capo di sartoria artigianale, non un abito pret-à-porter.

Noi possiamo sezionare il francobollo nelle sue tre dimensioni - margini, freschezza, annullo - e valutare ognuna di esse singolarmente, prescindendo da tutto il resto, al limite anche dal francobollo che abbiamo davanti, non importa se un 2 o un 60 crazie. Poi, però, dobbiamo necessariamente recuperare il quadro generale, la visione di assieme, e dare un giudizio di sintesi, che a meno di casi particolarmente fortunati non sarà mai la semplice sommatoria delle valutazioni individuali, ma una loro opportuna e ragionata giustapposizione, che tenga conto di tutto simultaneamente, a cominciare dal francobollo esaminato, se un 2 o un 60 crazie.

Le stesse valutazioni unidimensionali, dei singoli parametri qualitativi - margini, freschezza, annullo - non sono invariabilmente pacifiche e scontate. Quando un annullo un po' sfocato o pesante, un margine non molto ampio, una freschezza nella norma finiscono col togliere al francobollo lo status di eccezionale, lusso o d'amatore? Qual è il punto oltre il quale un po' diventa un po' troppo, non molto si trasforma in poco, nella norma degenera in subnormale?

Come comportarsi davanti a un pezzo di tinta comune, con annullo non deturpante, ma non perfettamente nitido, con tre margini decisamente ampi, e uno del tutto ordinario, pienamente nella norma?


Se i margini sono ordinari, ma per tutto il resto il francobollo è in uno stato di conservazione fuori dalla norma - per freschezza, intensità di colore e gradevolezza dell'annullo - siamo legittimati a parlare di esemplare d'amatore?


Se un Marzocco mostra tre, quattro, cinque o sei parti dei francobolli adiacenti, se ha una buona o ottima freschezza, e un annullo che lascia libera al vignetta e il tassello del valore, ma che è mal impresso, come lo giudichiamo?


Se il francobollo presenta diverse caratteristiche inusuali - riga di colore, margini da eccezionali a completi, ma complessivamente irregolari - ed è colpito da un annullo a rombi, quale sarà la nostra valutazione?


Se i margini son così e l'annullo è cosà, se la freschezza va a destra e i margini a sinistra, se alcune cose girano per un verso e altre nel verso opposto... che fare?

C'è un vuoto d'aria, un calo fisiologico, tra la teoria e la pratica della grande qualità, come accade ogniqualvolta uno schema teorico incontra la sua applicazione pratica. Sebbene in teoria, quando si parla di qualità, non esistono compensazioni a nessun livello - per cui tre margini enormi non compensano un margine esiguo, quattro margini ampi non compensano un annullo mal messo, margini e annullo a modo non azzerano una modesta freschezza, e un margine toccato non è sanato da una conservazione eccezionale - sebbene, dunque, ogni parametro qualitativo definisce una dimensione valutativa autonoma, non sovrapposta alle altre, all'atto pratico, nei casi concreti, ci si trova a dover governare dei trade-off, a gestire dei conflitti, ad accettare delle interferenze tra margini, annullo e freschezza, a doversi piegare a dei rapporti di cambi" ("quanti millimetri di margine sei disposto a cedere, per un annullo un po' più nitido?", per esemplificare).

Questa crazia è un gran bel francobollo, ampi margini squadrati, ottima freschezza, peccato davvero per l'annullo a sbarre, che lo penalizza, sicuramente non è un esemplare di alta qualità.


Ma se per un caso fortunato questa crazia avesse due margini più ampi, e perfettamente simmetrici, l'annullo lo giudicheremmo ancora così penalizzante?


E se i margini più grandi e simmetrici non fossero solo due, ma addirittura tutti e quattro, sino a trasformare il francobollo in un blocco di nove in miniatura, l'esemplare sarebbe o no un pezzo di lusso, se non d'amatore, nonostante l'annullo a sbarre?


Siamo sulla vetta, sul punto in cui il collezionismo della qualità smette di essere mera tecnica, per diventare arte pura, mai codificabile in uno stereotipo, in un cliché.

L'arte è la sapiente miscela di principi teorici, pratica sul campo e vocazione. Non bastano i fondamentali e il duro allenamento. Queste sono condizioni necessarie, non sufficienti. Pirandello, Mozart, Van Gogh, Cristiano Ronaldo ci devi nascere - come sei nato uomo o donna, alto o basso, biondo o moro, robusto o smilzo - affinché poi, con lo studio e l'esercizio, tu possa esprimere appieno il tuo valore, il talento e il genio che Madre Natura ti ha donato.

La grande qualità alcuni la capiscono all'istante (quasi nessuno) altri dopo qualche scivolone (pochi) altri ancora dopo aver vagabondato a lungo e speso molte energie (tanti, troppi) e poi ci sono quelli che non la capiranno mai, quasi ne fossero geneticamente impossibilitati (la maggioranza).

Mostra di intendersene davvero poco, chi giudica la qualità dei francobolli sulle tre o quattro categorie di Vaccari o sulle sette o otto del Sassone. Più si conoscono il vino, il thè, il caffè, i cani o i gatti, e persino le pecore, più si scorgono differenze di razza, di tipo e di origine, e nascono così classifiche progressivamente più sottili e delicate di quelle differenze. Per quel poco che un uomo si senta differente da altri, se non è proprio al più basso livello di intelligenza, farà uno stile della propria differenza.

Carl Friedrich Gauss - il princeps mathematicorum - sembra abbia detto che non sarebbe mai stato un vero matematico chi non fosse stato in grado di capire all'istante l'identità di Eulero:

"La più bella formula di tutta la matematica",
così annotò Richard Feynman, tredicenne, nel suo quaderno di liceale.
La formula accoglie i due più celebri irrazionali trascendenti, il numero di Nepero e il pi-greco,
 gli elementi neutri delle operazioni di somma e prodotto, i numeri naturali 0 e 1,
e il simbolo dei numeri complessi, il numero immaginario i, uguale alla radice quadrata di -1.
Questi cinque numeri sono i titoli dei più importanti capitoli della matematica:
l'aritmetica è rappresentata dai numeri 0 e 1, l'algebra dal numero i,
la geometria da pi-greco, l'analisi infiniestimale dal numero di Nepero.
La formula, nella sua sobria eleganza, ci spalanca le porte sul panorama matematico.

Capire la qualità significa vedere con gli occhi, penetrare con l'intelligenza, sentire col cuore l'abisso incolmabile che separa questi due francobolli.


Capire la qualità significa non illudersi che il secondo sia tutto sommato simile al primo, magari cercando di farselo dire dagli altri, non riuscendo a convincersene da sé, mendicando improbabili conferme nelle opinioni altrui, senza neanche darsi pena di filtrarle, di capire quale sia la loro provenienza, chi è che le formula, con quale sensibilità, quale esperienza, quale autorevolezza.

 Capire la qualità significa intendere l'incommensurabile differenza tra questi due francobolli all'istante.
 
Stimatevi al meglio per quel che siete effettivamente, se volete collezionare. Valutate con severità ciò che siete realmente in grado di capire. Battete esclusivamente le vie dove sentite sicuro il vostro passo. "Cercate, per quanto questo dipenda da voi, di vivere in pace con tutti", con le parole di San Paolo.

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