GIULIO BOLAFFI

"GIULIO BOLAFFI 1902-2002" è il supplemento n.4/2003 alla rivista "Il Collezionista", pubblicato per celebrare il centenario della nascita del mercante torinese, che senza essere il fondatore dell'omonima casa filatelica ne rimane comunque l'emblema, la figura più carismatica e rappresentativa.

Giulio Bolaffi.
Torino, 7 marzo 1902.
Torino, 28 ottobre 1987.

Il volumetto è composto da tre parti: la vita di Giulio Bolaffi, raccontata dalla visuale privilegiata del figlio Alberto; una biografia istituzionale, curata da Mario Pisano, con un toccante focus sul Comandante Aldo Laghi, il nome da partigiano di Giulio Bolaffi; una raccolta volutamente destrutturata di testimonianze - di amici, colleghi, collaboratori, collezionisti - per far emergere e render giustizia alla poliedricità del personaggio Giulio Bolaffi.

Le varie narrazioni sono accompagnate da numerose foto d'epoca, alcune inedite e introvabili, spesso intime e personali, che aiutano a entrare in confidenza, in empatia, con questo straordinario uomo d'altri tempi.

L'opera si apre con una premessa iconografica, la lettera più emblematica della filatelia italiana classica - quella con l'80 centesimi del Governo Provvisorio di Parma, abbinato a un esemplare da 20 centesimi - protagonista di un celebre episodio di folklore, tramandato dalla tradizione orale.

"Dottor Bolaffi, vorrei l'80 centesimi di Parma in suo possesso. Le offro un miliardo di lire".
"Ingegnere, io non voglio offendere il suo denaro. Lei però non offenda i miei francobolli".

Ho piacere di recensire la prima parte della pubblicazione - "Giulio Bolaffi: un padre raccontato dal figlio", di Alberto Bolaffi - un vero caso editoriale, per stile e contenuti.

Lo stile, anzitutto. I filatelici non sanno scrivere e poco ci consola saperli in compagnia di avvocati e magistrati, ingegneri e geometri, funzionari governativi e amministratori delegati, in questa deprecabile mancanza. I filatelici ignorano totalmente - non hanno mai saputo o hanno dimenticato - le più elementari regole per la scelta delle parole, la costruzione di un periodo, la disposizione in sequenza di più periodi. Gran parte della letteratura filatelica è scadente sul piano stilistico, anche quando eccellente nel merito tecnico. E' complicato leggere di filatelia, anche per persone con una buona vocazione allo studio, perché numerose pubblicazioni, di ieri e di oggi, sono oggettivamente scritte male, in un cattivo italiano. Alberto Bolaffi è una lodevole eccezione. Alberto Bolaffi sa scrivere. Alberto Bolaffi ha diverse cose interessanti da dire, le dice bene, in modo chiaro e preciso, e poi tace. Alberto Bolaffi merita sicuramente di esser letto.

I contenuti, poi. Il racconto di Alberto Bolaffi - nel condividere una prospettiva privilegiata su Giulio Bolaffi - finisce con l'oltrepassare la figura del padre, dell'uomo e dell'imprenditore, per offrire una serie di messaggi educativi, per collezionisti e commercianti. Lo scritto di Alberto Bolaffi è pedagogico, per chiunque senta di appartenere al mondo della filatelia, subendo però a volte uno spiazzamento rispetto a certe dinamiche, certi atteggiamenti, certi modi di fare. Alberto Bolaffi - nel ricordare il padre Giulio - ci porta a contatto con la sua forma mentis e il suo modus operandi, ci indica una linea di pensiero e d'azione aristocratica, che non è peraltro prerogativa dei nobili, ma chiunque di noi può replicare nel suo piccolo, in proporzione. Alberto Bolaffi - col pretesto di parlare di papà Giulio - richiama i valori fondanti del collezionismo e del commercio, non certo immuni da conflitti generazionali, ma invarianti nel nucleo di base.

Avrò il piacere di condividere con voi ciò che ho imparato da questa piacevole lettura, quel che mi è rimasto quando tutto il resto è stato dimenticato. Mi sembra la migliore anticamera, per avviare un discorso strutturato e organico sulla qualità nella filatelia degli Antichi Stati Italiani.

Questo è il programma.





 "GIULIO BOLAFFI 1902-2002"
 in "Il Collezionista Francobolli", Supplemento al n.4/2003,
numero speciale in occasione del centenario della nascita dell'Editore.

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