RISORGIMENTO FILATELICO
7 Settembre 1860
Il crinale tra il 1860 e il 1861 è segnato da un evento per nulla scontato solo pochi mesi prima:la successione dei Savoia ai Borbone, nell'ormai decaduto Regno delle Due Sicilie.
L'entrata a Napoli di Garibaldi, il 7 settembre 1860, è l'evento-simbolo del passaggio di poteri.
I fatti successivi sono noti anche al più svogliato degli studente di scuola media,
ma i francobolli colorano quei fatti con tinte forti e vivaci,
ne trasmettono la carica emotiva, le inerzie, le contraddizioni,
fanno toccare con mano la confusione politica e sociale.
Poche cose, come i francobolli, permettono di capire il senso profondo della celebre frase
"fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani", impropriamente attribuita a Massimo d'Azeglio.
La "Trinacria" avvia il percorso risorgimentale, passando poi il testimone alla "Crocetta",
due francobolli mitici, tra i più classici al mondo,
i cui profili tecnici si intrecciano coi significati sociali (la diffusione delle informazioni)
e assumono una chiara valenza politica (sulla scelta dei soggetti da riprodurre).
La staffetta prosegue con l'emissione delle Province Napoletane,
in cui si avverte la violenza del contrasto tra l'Italia (simboleggiata dall'effige del nuovo Re)
e gli italiani-napoletani (che insistono nel ragionare in moneta borbonica, tornesi e grana).
Ma l'autentico dramma è l'inerzia nell'uscita di scena dell'emissione borbonica del 1858.
che a differenza della sua gemella eterozigota - i "Testoni" di Sicilia -
continuerà ancora a lungo a scorribandare attraverso il nuovo Regno,
sia con gli esemplari suoi propri sia a braccetto con le nuove emissioni,
a testimoniare e ricordare la complessità del processo di integrazione,
la sua indolenza, le sue tensioni, la sua incertezza.
Serve arrivare al 5 novembre 1861, otto mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia,
per avere la prima Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici
con cui si pone formalmente fine all'utilizzo dei francobolli borbonici.
Agli impiegati postali si dà l'indicazione di barrarli con due linee trasversali,
e di considerare le lettere non affrancate,
semmai li si dovessero ancora riscontrare sulla corrispondenza.
Le Direzioni Postali tengono tuttavia atteggiamenti oscillanti,
perché alla disposizione ministeriale non viene adeguata pubblicità,
e il pubblico, spesso ignaro, pretende di continuare a usare i valori in suo possesso
(tanto più che gli impiegati hanno un'etica del tutto peculiare).
Una seconda Circolare del 21 novembre 1861,
questa volta pubblicata sul "Giornale Officiale di Napoli",
ribadisce il "fuori corso" dei valori borbonici e invita i possessori a cambiarli agli uffici postali,
con i nuovi bolli di pari valore, sino a tutto il mese di dicembre del 1861.
Se il periodo 5-21 novembre si può ancora considerare una fase di "vacatio legis",
in cui la valutazione di validità dei valori borbonici
resta demandata all'apprezzamento discrezionale dei singoli uffici,
dopo il 21 novembre, in teoria, il pubblico non è più autorizzato a usarli,
e gli uffici sono obbligati a invalidarli, se dovesse persisterne l'impiego.
L'utilizzo di un francobollo borbonico (non tassato) dopo il 21 novembre 1861
sarebbe tecnicamente qualificabile come "frode postale",
semmai li si dovessero ancora riscontrare sulla corrispondenza.
Le Direzioni Postali tengono tuttavia atteggiamenti oscillanti,
perché alla disposizione ministeriale non viene adeguata pubblicità,
e il pubblico, spesso ignaro, pretende di continuare a usare i valori in suo possesso
(tanto più che gli impiegati hanno un'etica del tutto peculiare).
Una seconda Circolare del 21 novembre 1861,
questa volta pubblicata sul "Giornale Officiale di Napoli",
ribadisce il "fuori corso" dei valori borbonici e invita i possessori a cambiarli agli uffici postali,
con i nuovi bolli di pari valore, sino a tutto il mese di dicembre del 1861.
Se il periodo 5-21 novembre si può ancora considerare una fase di "vacatio legis",
in cui la valutazione di validità dei valori borbonici
resta demandata all'apprezzamento discrezionale dei singoli uffici,
dopo il 21 novembre, in teoria, il pubblico non è più autorizzato a usarli,
e gli uffici sono obbligati a invalidarli, se dovesse persisterne l'impiego.
L'utilizzo di un francobollo borbonico (non tassato) dopo il 21 novembre 1861
sarebbe tecnicamente qualificabile come "frode postale",
ma la norma scende a patti con l'abitudine,
e tra il 21 novembre e il 31 dicembre vige così una tolleranza ufficiale,
come quella che caratterizzerà più tardi i francobolli delle Province Napoletane.
Questa è solo la cornice, che per quanto frastagliata e irregolare, in modo pur artistico,
non riesce ad accogliere perfettamente un quadro - una realtà di francobolli e lettere -
che rimane ancora più imprevedibile e perciò ancor più seducente.
E' un quadro - quello del Risorgimento filatelico - che in fondo non richiede tante parole:
lo si tocca con lo sguardo, lo si sente con l'anima.
e tra il 21 novembre e il 31 dicembre vige così una tolleranza ufficiale,
come quella che caratterizzerà più tardi i francobolli delle Province Napoletane.
Questa è solo la cornice, che per quanto frastagliata e irregolare, in modo pur artistico,
non riesce ad accogliere perfettamente un quadro - una realtà di francobolli e lettere -
che rimane ancora più imprevedibile e perciò ancor più seducente.
E' un quadro - quello del Risorgimento filatelico - che in fondo non richiede tante parole:
lo si tocca con lo sguardo, lo si sente con l'anima.
6 Novembre 1860
La "Trinacria" apre il Risorgimento.
15 dicembre 1860
Posta Militare garibaldina, sgravata dal costo della spedizione:timbri "FRANCA" e "P.D." (Porto a Destino).
25 Dicembre 1860
Mista risorgimentale da 2 grana,
assolta con tre valori del ½ grano dell'emissione del 1858
e due valori del ½ tornese "Trinacria".
14 Gennaio 1861
Lettera indirizzata a Reggio di Modena, affrancata con un 5 grana di Napoli,annullato col timbro "POSTA MIL.(ITARE) SARDA", dell'Ufficio di Posta Militare n. 2.
"Il servizio di Posta Militare presso l'esercito sardo
fu regolato da un decreto in data del 2 maggio 1859,
concertato tra il Ministero dei Lavori Pubblici (Direzione Generale delle Poste) e quello della Guerra"
- scrive Emilio Diena -
"L'art. 1 di quel decreto creava un Ufficio di Posta Militare presso il Quartiere Generale,
un altro presso la Divisione di Cavalleria ed altri cinque presso le singole Divisione dell'Armata [...].
Posteriormente vennero istituiti altri sette uffici
che presero rispettivamente i numeri , 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12;
ciò avvenne nella seconda metà del 1859 e nel 1860.
Per ciò che riguarda le Province Meridionali d'Italia, basterà notare quanto segue:
Uffici nn. 1, 2, 3: Nel novembre 1860 furono trasferiti a Mola di Gaeta".
"L'art. 1 di quel decreto creava un Ufficio di Posta Militare presso il Quartiere Generale,
un altro presso la Divisione di Cavalleria ed altri cinque presso le singole Divisione dell'Armata [...].
Posteriormente vennero istituiti altri sette uffici
che presero rispettivamente i numeri , 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12;
ciò avvenne nella seconda metà del 1859 e nel 1860.
Per ciò che riguarda le Province Meridionali d'Italia, basterà notare quanto segue:
Uffici nn. 1, 2, 3: Nel novembre 1860 furono trasferiti a Mola di Gaeta".
?
"... un frammento con due francobolli da 5 grana del Regno di Napoli
ed un 20 centesimi della quarta emissione degli Stati Sardi.
Non posso affermare se quei francobolli
affrancavano una lettera spedita a mezzo della Posta Militare oppure di quella civile.
Il bollo 'ASSICURATA' è di origine borbonica"
(Emilio Diena)ed un 20 centesimi della quarta emissione degli Stati Sardi.
Non posso affermare se quei francobolli
affrancavano una lettera spedita a mezzo della Posta Militare oppure di quella civile.
Il bollo 'ASSICURATA' è di origine borbonica"
14 Febbraio 1861
"Primo giorno" dell'emissione delle Province Napoletane.
16 marzo 1861
Affrancatura da 3 grana,
assolta con una combinazione tra un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e un valore da 2 grana delle Province Napoletane.
assolta con una combinazione tra un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e un valore da 2 grana delle Province Napoletane.
28 marzo 1861
Affrancatura da 5 grana dall'ex enclave pontifica di Benevento a Roma,
assolta con una combinazione tra un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e una coppia del 2 grana delle Province Napoletane,
con annullo "a svolazzo".
assolta con una combinazione tra un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e una coppia del 2 grana delle Province Napoletane,
con annullo "a svolazzo".
15 Febbraio 1861
Mista risorgimentale da 1,25 grana,
assolta con un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e un valore del ½ tornese "Trinacria",
con annullo "a svolazzo".
assolta con un valore da 1 grano dell'emissione del 1858
e un valore del ½ tornese "Trinacria",
con annullo "a svolazzo".
9 aprile 1861

La "Croce di Savoia",
usata in periodo di Regno d'Italia.
usata in periodo di Regno d'Italia.
11 Maggio 1861
Mista risorgimentale da 3 grana,
assolta con un valore da 2 grana delle Province Napoletane
e due coppie del ½ tornese "Croce di Savoia".
4 Giugno 1861
Assicurata da 14 grana (l'assicurata raddoppiava il costo della spedizione),
assolta con un valore da 10 grana dell'emissione del 1858
e una coppia del 2 grana delle Province Napoletane.
assolta con un valore da 10 grana dell'emissione del 1858
e una coppia del 2 grana delle Province Napoletane.
assolta con un valore da 10 grana del 1858 e un 2 grana delle Province Napoletane.
21 Novembre 1861
"Quest'avviso contiene l'unica disposizione - d'indole generale -che pone fuori corso i francobolli del Regno di Napoli.
Il testo del detto Avviso venne riprodotto, salvo l'ultimo periodo,
nella 'Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia' , senza firma e con data 26 novembre 1861
e in tre numeri successivi"
(Emilio Diena)
31 Dicembre 1861
Una lettera (per me) enigmatica, di complessa decifrazione.
La coppia dell'esemplare da 1 grano reca tre tratti di penna, come se la si volesse invalidare,
come se non se ne riconoscesse più il valore ai fini dell'affrancatura.
Ma il 31 dicembre 1861 è proprio l'ultimo giorno del periodo di tolleranza
per l'utilizzo dei francobolli borbonici, che a rigore sono pertanto ancora validi.
La lettera, d'altra parte, non reca segni di tassazione,
come se gli esemplari da 1 grano fossero ancora validi (come effettivamente andavano considerati),
e i tratti di penna servissero semplicemente ad annullarli.
La coppia dell'esemplare da 1 grano reca tre tratti di penna, come se la si volesse invalidare,
come se non se ne riconoscesse più il valore ai fini dell'affrancatura.
Ma il 31 dicembre 1861 è proprio l'ultimo giorno del periodo di tolleranza
per l'utilizzo dei francobolli borbonici, che a rigore sono pertanto ancora validi.
La lettera, d'altra parte, non reca segni di tassazione,
come se gli esemplari da 1 grano fossero ancora validi (come effettivamente andavano considerati),
e i tratti di penna servissero semplicemente ad annullarli.
18 Gennaio 1862
Utilizzo non tassato di un francobollo borbonico, fuori dal periodo di tolleranza.
1 Febbraio 1862
L'ultima data conosciuta di un francobollo borbonico su documento, nel decaduto Regno di Napoli.
(esiste pure una lettera del 7 febbraio 1863, postalizzata a Genova).
(esiste pure una lettera del 7 febbraio 1863, postalizzata a Genova).
Marzo 1862

"Con una nota del 29 novembre [1861] il Ministero dei Lavori Pubblici
avvertiva le Direzioni Compartimentali delle Poste
che il termine del 31 dicembre 1861 per il cambio dei francobolli si intendeva limitato al pubblico,
mentre gli uffici postali dovevano immediatamente versare i quantitativi dei vecchi francobolli
di cui erano provvisti per ottenere il cambio.
Il 14 marzo 1862 il cambio dei francobolli ebbe termine,
e dai documenti ufficiali si rilevano i quantitativi versati da ogni Direzione Compartimentale.
E' interessante notare che nessun Compartimento
versò francobolli da ½ tornese (Trinacria o Croce),
e ciò spiega la rarità di questi due francobolli in esemplari nuovi.
Per gli altri valori non si ha notizia che i quantitativi siano stati distrutti:
ma è da credere che una piccola parte sia passata in seguito ai collezionisti"
(Emilio Diena)
avvertiva le Direzioni Compartimentali delle Poste
che il termine del 31 dicembre 1861 per il cambio dei francobolli si intendeva limitato al pubblico,
mentre gli uffici postali dovevano immediatamente versare i quantitativi dei vecchi francobolli
di cui erano provvisti per ottenere il cambio.
Il 14 marzo 1862 il cambio dei francobolli ebbe termine,
e dai documenti ufficiali si rilevano i quantitativi versati da ogni Direzione Compartimentale.
E' interessante notare che nessun Compartimento
versò francobolli da ½ tornese (Trinacria o Croce),
e ciò spiega la rarità di questi due francobolli in esemplari nuovi.
Per gli altri valori non si ha notizia che i quantitativi siano stati distrutti:
ma è da credere che una piccola parte sia passata in seguito ai collezionisti"
(Emilio Diena)
20 Luglio 1862
Affrancatura mista IV di Sardegna-Province Napoletane.

Avvio del 4 settembre 1862 della Direzione compartimentale di Bari
col quale si informa il pubblico dell’introduzione dei francobolli in centesimi a partire dall'1 ottobre,
con un periodo di tolleranza per quelli in tornesi e grana fino al 15 ottobre.
30 Settembre 1862
Ultimo giorno di validità ufficiale dei francobolli delle Province Napoletane.
L'affrancatura col ½ tornese è particolarmente interessante,
perché si trascina dietro una tariffa della dittatura garibaldina, non più in vigore.
Le tariffe postali sarde erano state estese l'1 marzo 1861 ai territori annessi a seguito dei plebisciti,
e fissavano in ½ grano il primo porto delle circolari.
Gli ufficiali postali, tuttavia, continuarono ad assimilare le stampe e le circolari ai giornali,
come avveniva nella decaduta amministrazione borbonica e come si era seguitato sotto Garibaldi,
e perciò a ragionare su una tariffa indistinta (ridotta a ½ tornese dalla dittatura garibaldina).
1 Ottobre 1862 - 15 Ottobre 1862
Due lettere "primo giorno" con valori napoletani e sardi,
del periodo di tolleranza dei valori ufficialmente "fuori corso" delle Province Napoletane
e d'introduzione nel napoletano dei francobolli della IV emissione di Sardegna.
del periodo di tolleranza dei valori ufficialmente "fuori corso" delle Province Napoletane
e d'introduzione nel napoletano dei francobolli della IV emissione di Sardegna.
Utilizzo dei francobolli delle Province Napoletane nel periodo di tolleranza.
L'ufficiale postale di Ferrandina
- per errata interpretazione o mancata conoscenza delle norme transitorie -
giudicò fuori corso i valori in grana, vi appose a penna la scritta "nulli"
e segnò una tassa di "1 ½" sul fronte delle lettera.
L'ufficiale di Napoli valutò invece valida l'affrancatura (come in effetti era),
appose il timbro "CORRETTA" in stampatello diritto, di colore rosso, sui segni di tassazione
e infine annullò i francobolli col doppio cerchio rosso con croce al centro
"OFF.(ICINA) G.(ENARALE) DI ARRIVO BONIFICA".
Affrancatura mista IV di Sardegna-Province Napoletane, nel periodo di convivenza delle due emissioni.
Affrancatura mista IV di Sardegna-Province Napoletane con "valori gemelli"
(2 grana napoletani equivalevano a 10 centesimi sardo-italiani),
a ridosso della fine del periodo di tolleranza.
(2 grana napoletani equivalevano a 10 centesimi sardo-italiani),
a ridosso della fine del periodo di tolleranza.
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