CAPIRE LA QUALITA' - Il pedigree

Pedigree è una parola inglese, sdoganata ormai in tutte le lingue, che indica l'attestazione dei discendenti paterni e materni di un animale - al principio cavalli da corsa, poi cani e gatti - come dedotta da specifici libri genealogici. Il pedigree garantisce la purezza della razza, rassicura sull'assenza di incroci, di elementi spuri, di deviazioni rispetto a uno standard, naturale o artificiale.

Possiamo estendere il significato della parola ben oltre il suo ambito di origine. Il pedigree è una carta di identità, ricca di dettagli e massimamente informativa sulla storia del suo possessore, che sarà certamente una storia di successo e distinzione, perché solo i migliori hanno interesse a farsi conoscere e riconoscere, a distinguersi da tutti gli altri. I vini DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), le certificazioni ISO con le loro sigle numeriche, la Guida Michelin e i ristoranti stellati, sono solo alcuni esempi di pedigree, intesi in un'accezione allargata.

La lista delle cose assoggettabili a un pedigree è lunga e porta dentro anche i francobolli antichi. Il pedigree di un francobollo è la ricostruzione formalizzata della sua storia. Di cosa è fatta questa storia, la storia di un francobollo? Non abbiamo una risposta precisa, ma possiamo provare a tracciarne i lineamenti.

La storia di un francobollo è nei nomi dei collezionisti che lo han posseduto; dei periti che lo hanno esaminato, firmato e certificato; dei commercianti che lo hanno intermediato; è nei realizzi spuntati alle aste in cui è stato battuto; nelle pubblicazioni in cui è comparso e nelle recensioni ricevute; nell'aneddotica e nel folklore che lo accompagnano. Possiamo vedere nel pedigree di un francobollo una generalizzazione del fascino dell'ex

Ho già presentato i pedigree di alcuni francobolli degli Antichi Stati, se pur indirettamente, discutendo d'altro: la Toscana, con la ricostruzione delle vicende di alcuni celebri Marzocchi e la meravigliosa avventura di un mitico 60 crazie; e poi Napoli, con una coppia dell'1 grano capace di affascinare gli inarrivabili Giulio Bolaffi e Renato Mondolfo.

Il pedigree di un francobollo è un passaggio nodale per capire la qualità, perché gli esemplari di qualità sono tutti schedati, censiti, tracciati, catalogati, annotati. Di ogni esemplare di autentica qualità se ne conosce almeno un tratto di storia, in termini di collezionisti che lo hanno gelosamente custodito nel proprio album, di commercianti che lo han difeso nei loro stock, di contese nelle sale d'asta, di sigle peritali che porta addosso, di storie e miti che lo circondano.

La presa di posizione è draconiana, perentoria, ne sono consapevole; e perciò è una posizione seriamente esposta al rischio di smentita, in un mondo filatelico in cui tutto può succedere e di tutto effettivamente accade. Rimetto all'intelligenza del lettore l'opportunità di conferire la giusta flessibilità al punto di vista, per viverlo non come un dogma, ma alla stregua di un abito mentale, una divisa da indossare nei riguardi della qualità, un'attitudine per contrastare l'arroganza e la retorica dei commercianti e frenare i nostri stessi impulsi, le nostre ingenuità di collezionisti (e in questo senso le accortezze interpretative richiamano le avvertenze sul fascino dell'ex).

Non possiamo inventare la qualità a nostro piacimento. La qualità non è un gioco di prestigio. I francobolli di qualità non li tirate fuori dal cilindro, dicendo "mi piace", se siete collezionisti, o battezzandoli "d'amatore", se siete commercianti, con la stessa spensieratezza con cui un mio amico teneva il cartello "EURO 4" su una sconquassata "Panda" di fine anni '90. Il gioco della qualità non è nello sperpero di superlativi né in un profluvio di aggettivi colorati e scintillanti. Il gioco della qualità non lo vince chi grida più forte o la spara più grossa. La qualità fugge dai rumori, dal chiasso, dalle fanfare, dai complimenti di maniera. La qualità lascia ammutoliti. Silenzio, parla la qualità, per parafrasare una celebre pubblicità di una pasta, con tanti commensali, tutti zitti, intenti a mangiare, senza intenzione di spezzare quel piacere per abbandonarsi a inutili chiacchiere.

Chi ambisce a collezionare la qualità deve abituarsi a domandare l'esibizione del pedigree a quel commerciante che gli offre - a suo dire - pezzi eccezionali, lusso o d'amatore. Domandate il pedigree, prima di ogni cosa, come un carabiniere domanda patente e libretto all'automobilista fermato a un posto di blocco. Diffidate di quei commercianti che vi deridono, per questa vostra pretesa. Diffidate di quei commercianti che non hanno mai negoziato un pezzo di autentica qualità, o addirittura la sbeffeggiano, giudicandola una pretesa da involuti, ma di quando in quando vogliono dare a intendere di possederla, senza essere in grado di mostrarne il pedigree. Diffidate dei commercianti che offrono materiale ordinario o mediocre insieme ad altro apparentemente di qualità. Probabilmente non lo è, e verosimilmente presenterà dei problemi, a un attento esame. La qualità è uno stile, non si può improvvisare, non si può imbastardire. Diffidate di chi infarcisce le descrizioni di avverbi e aggettivi, queste misere risorse di chi non si sa esprimere. Pretendete il pedigree, piuttosto.

La qualità è una regina, e per quanto ci siano più cose tra cielo e terra di quante ne contempli la nostra immaginazione, non abbiamo ancora notizia di nessuna principessa, futura regina, abbandonata sui gradini di una chiesa, alle incertezze di una sorte che ne ostacoli la conoscenza degli avi, la ricostruzione dell'araldica, l'individuazione del casato.


Asta Robson Lowe, "The Kingdoms of NAPLES & SICILY", Basilea, 19 marzo 1980, lotto n. 944.
Ex Collezione "Scilla e Cariddi"vendita a prezzi netti n. 5 dell'ingegner Giacomo Avanzo.
Firmato da Renato Mondolfo, Alberto Diena e Giacomo Avanzo.
Certificato dallo Studio Peritale Raybaudi.
Asta Ferrario 13-14 dicembre 2017.
Lotto n. 1430.
Aggiudicazione: € 854, inclusi i diritti d'asta.
Quotazione piena di catalogo: € 900.
Il martelletto del banditore batté l'ultimo colpo a € 700,
ma il collezionista che se lo aggiudicò lo avrebbe difeso fino a € 1.100, più il 22% di diritti,
se le circostanze lo avessero imposto.

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