SVOLAZZI - Fu vero "primo giorno"?

"La distribuzione dei bolli a svolazzo iniziò nell'agosto 1860; la prima data d'uso certa finora a me nota è l'11 agosto". Parola di Alberto Diena.

Chieti, 11 agosto 1860.



Lucera, 11 agosto 1860.



Foggia, 11 agosto 1860.



Popoli, 11 agosto 1860.

La filatelia, si sa, vive di ritrovamenti. La filatelia raccoglie i suoi dati dalla realtà, e tutto quel che viene dalla realtà, dalla realtà può essere smentito. Noi - a esprimerci con rigore - non sappiamo dire cosa sia vero in filatelia; possiamo solo dire cos'è provvisoriamente vero, cos'è che possiamo assumere vero sin quando una nuova informazione, o un nuovo ritrovamento, non dimostreranno che è falso.
 
L'ultima data nota dei francobolli di Napoli è slittata prima dal 12 novembre 1861 al 31 dicembre 1861, poi al 18 gennaio 1862, poi l'8 febbraio 1862 sino all'odierno 7 febbraio 1863... in attesa di smentita.
 
Emilio Diena documentava il "12 agosto 1860" come "primo giorno" degli annulli "a svolazzo", finché non sono state ritrovate diverse lettere datate "11 agosto".
 
Ancora Emilio Diena dubitava della consegna (e comunque dell'uso) dello "svolazzo" di Gaeta, sinché il figlio Alberto non ha rintracciato l'impronta su un francobollo della IV di Sardegna e poi - in tempi più recenti - l'Ingegner Mario Merone non ne ha mostrato l'utilizzo anche sui francobolli borbonici.
 
I falsi d'epoca del Regno di Napoli avevano valori facciali da 2, 10 e 20 grana, fin quando non è sbucato un esemplare da 1 grano.
 
La filatelia, insomma, non procede per stratificazioni di verità, ma per successioni di confutazioni.

Accade così che in un catalogo d'asta della Ditta Vaccari - Collezione "Vesuvio", anno 2001 - appaia un inedito "primo giorno" degli "svolazzi" di Napoli: Castrovillari, 29 luglio 1860! Un ritrovamento eccezionale, da paragonare - varcando i confini del Regno - al "primo giorno" (a lungo inesistente) del 10 centesimi del Lombardo Veneto.

FonteCatalogo Sassone "Antichi Stati Italiani - I francobolli", Edizione 2019.

Passano gli anni - parecchi anni, più di quindici - e questo eccezionale "primo giorno" lo ritroviamo nel 2017 sulla copertina del numero 58 del "Vaccari Magazine", la famosa rivista della casa filatelica di Vignola.




Ancora pochi anni - solo uno, per l'esattezza - e lo "svolazzo del 29 luglio" è ufficialmente sul mercato, proposto ancora da Vaccari in un catalogo del 2018 di offerte a prezzi netti, con "Prezzo a Richiesta", a una cifra cioè non comunicata al pubblico, ma solo a chi manifesta un interesse all'acquisto.




Quale atteggiamento dobbiamo avere verso un simile oggetto di storia postale?
 
Partiamo da un'ovvietà: l'atteggiamento di base di un perito filatelico è improntato al dubbio, allo scetticismo, alla diffidenza. Uno dei più affidabili periti filatelici su piazza - nella mia opinione, il numero uno - me lo ha detto chiaramente: "io parto sempre dall'ipotesi che il pezzo non vada bene, per poi mettermi a cercare quegli elementi che mi possano convincere del contrario". Il perito muove dunque dall'aprioristica presunzione di un pezzo in varia misura "manipolato" e ricerca dati di fatto suscettibili di far cambiare idea, di persuadere della sua genuinità.

Il filatelico di oggi - qui poco importa se collezionista, mercante o perito - è un conservatore: non ama le novità e le sorprese, perché gli suona ben strano che dopo due secoli possa esserci ancora qualcosa di totalmente sconosciuto. Il filatelico - di oggi e di ieri - si diverte con i rebus e le sciarade, se riesce a trovarne la soluzione, anche con gran fatica se necessario, ma alla soluzione bisogna assolutamente arrivarci. Restare nel dubbio, nell'incertezza, nel regno delle congetture, non solo non dà alcun piacere, ma trasmette pure parecchia ansia.

Cosa sappiamo realmente di questa lettera? Poche cose, ahimè, e tutte in contrasto tra loro.

Alberto Diena la conosceva? Sembrerebbe di sì, vista la sua sigla - le lettere "A.D." sotto le firme di Chiavarello e Vaccari; ma è curioso - da cultore degli "svolazzi" qual'era - che si sia limitato a una semplice sigla, senza firmare per esteso, e che non ne abbia mai fatto menzione in nessuno dei suoi numerosi scritti.

Il pezzo è stato proposto da Paolo Vaccari, commerciante di prim'ordine, nome storico della filatelia italiana, che si è pure esposto personalmente con la propria firma; ma è curioso che siano serviti quasi vent'anni per trovare un nuovo proprietario a un documento che, se genuino, avrebbe dovuto attrarre all'istante tutti i più grandi collezionisti di "Napoli".

Non sappiamo cosa abbia scritto Chiavarello nel certificato, ma la descrizione del pezzo sul catalogo ci fornisce la datazione della perizia - anno 1982 - che come vedremo getta un'ombra o sulla correttezza tecnica della certificazione o sulla buona memoria del perito (o forse su entrambe le cose).

C'è ancora un elemento, da soppesare. Esistono sicuramente lettere partite da Castrovillari dopo il 29 luglio, che portano sui francobolli l'annullato "in cartella"; sarebbe perciò veramente curiosa questa regressione di un'Officina di Posta, dopo aver introdotto lo "svolazzo".

Una lettera da Castrovillari a Napoli,
con un annullato "in cartella" curiosamente proprio l'11 agosto.
(probabile frode postale).

E poi l'ultimo punto, non dirimente, ma di sicuro forte: non sono conosciute lettere con annulli a "svolazzo" tra il 29 luglio e il 10 agosto. Ovvio, si dirà, se la prima data "ufficiale" è l'11 agosto. Ovvio, sì, ma se il nuovo "primo giorno" è invece il 29 luglio, allora sarebbe ragionevole attendersi delle date intermedie tra il 29 luglio e il 10 agosto, e invece non ne abbiamo, nemmeno da Castrovillari (che al contrario - come già notato - mostra la "cartella" dopo il 29 luglio).
 
Nota a margine: ho avuto modo di visionare il timbro al verso della lettera, e purtroppo non aiuta a far chiarezza; la data è talmente illeggibile, da rendere impossibile persino la formulazione di una semplice congettura; forse il testo interno potrebbe contenere elementi utili a capire meglio, o magari a eliminare ogni dubbio, ma questo può dirlo solo il collezionista che ora la possiede (perché - en passant - la lettera non è più tra le offerte disponibili sul sito di Vaccari, perciò presumo abbia trovato ospitalità in un nuovo album).

A questo punto c'è solo un modo per raggiungere, se non la certezza, almeno una robusta convinzione: sottoporre la lettera all'esame di almeno tre periti di riconosciuta competenza e affidabilità, tra loro indipendenti. Personalmente mi piacerebbe conoscere le opinioni - sotto forma di certificato, ché in certificati sono opinioni e non possono essere altro - dell'Ingegner Giacomo Avanzo (Trieste), dello Studio Peritale Romano (a cui collabora l'Ingegner Mario Merone) e del Dott. Giorgio Colla (Torino). Solo dopo questa triade di pareri, solo dopo aver ascoltato le opinioni di chi ne sa incommensurabilmente più di me, proverei a formarmi un mio personale convincimento.

Mi limito per il momento a ribadire un punto: il fascino dell'ex e la storia dell'oggetto contano. Se intorno all'oggetto non vi sono notorietà, studi, recensioni, illustri mercanti e lotte tra collezionisti, se viene a mancare l'aura di leggenda, allora può servire a poco - o a meno di quanto comunemente si creda - un'attestazione puramente tecnica. 

Voglio chiudere con la segnalazione di fatto curioso, a proposito di "svolazzi primo giorno".

Il 15 maggio 2019 è andata in scena l'asta Viennafil, con una sessione interamente dedicata al "Regno delle Due Sicilie". Sono ricomparsi sul mercato pezzi notevoli, che non si vedevano da decenni, e i più pregiati hanno dato origine a contese serrate tra gli appassionati. Le basi d'asta invogliavano sicuramente a partecipare.

Tra i numerosi lotti vi era uno svolazzo dell'11 agosto 1860, che convogliava più d'una bizzarria. Anzitutto non era riprodotto sul catalogo cartaceo - come si converrebbe a un pezzo di tale importanza - ma visualizzabile solo on-line, sul sito della casa d'asta. Poi, curiosamente, la casa d'asta non qualificava il pezzo come un "primo giorno", come avrebbe avuto interesse a fare per valorizzarlo (e serviva leggere il certificato peritale - disponibile on-line - per avere la descrizione del "primo giorno"). E infine - cosa più strana di tutte, ma assolutamente coerente con tutto il resto - il lotto era proposto a una base ridicola, se non irriverente: € 50. 

Foggia, 11 agosto 1860.



Il certificato del perito filatelico Giovanni Chiavarello.
Il certificato è datato 21 dicembre 1996
e parla di "prima data nota per tale tipo di annullamento".
Il certificato Chiavarello dello "svolazzo del 29 luglio" è del 1982.
I casi sono due:
nel certificato del 1982 la lettera NON E' descritta come "primo giorno",
e aumenta allora la curiosità di sapere cosa ci sia scritto,
oppure la lettera E' descritta come "primo giorno",
e allora vien da chiedersi come sia possibile che "il Principe" Chiavarello
abbia dimenticato di aver visto e certificato un inedito "29 luglio" come "primo giorno",
da ritornare a certificare un "11 agosto" come "primo giorno", sebbene a quindici anni di distanza.

Tutti gli operatori di settore - commercianti e collezionisti - hanno pensato a un bidone, messo lì bella a posta per l'indomabile classe dei "pescatori". E la casa d'asta non avrebbe avuto alcuna colpa, se il lotto si fosse rivelato una bufala: non era riprodotto sul catalogo cartaceo, non era descritto come "primo giorno" e aveva una base irrisoria. Tu le voluais! 

Quel che posso dire - quel poco che so - è che la lettera reca al verso il timbro di arrivo "13 agosto"; che perciò il timbro al recto è "11 agosto" (come sembra) o al più è "12 agosto" (altamente improbabile); so anche che chi l'ha visionata dal vivo - non uno sprovveduto - l'ha giudicata una "primo giorno" genuina; so pure che aveva deciso di batterla e si era dato un limite altissimo rispetto alla base, ma incredibilmente basso rispetto a una stima ragionevole per un'autentica "primo giorno"; posso anche dire che era certo di non aggiudicarsela, perché convinto che in tanti l'avrebbero difesa ben oltre il suo limite, dopo averla esaminata e aver fugato le pur legittime perplessità; so che non gli è sembrato vero - e ancora non ci crede - di averla portata via dopo un paio di scatti, a un costo sideralmente lontano dal quel suo limite massimo che immaginava senz'altro superato.

L'aggiudicazione di uno "svolazzo primo giorno", all'asta Viennafil del 15 maggio 2019.

Vorrete perdonarmi, se vedo conferme ovunque a quel che forse è solo un mio pregiudizio, ma questa storia mi sembra rafforzare l'argomento del fascino dell'ex e della storia dell'oggetto.
 
Forse, chissà, sarebbe stata sufficiente la riproduzione della lettera nella monografia di Alberto Diena, a far schizzare il prezzo nell'ordine delle diverse migliaia di euro, come è logico per uno "svolazzo primo giorno". Invece tutti i dubbi iniziali hanno zavorrato pesantemente l'aggiudicazione, gli elementi obiettivi non sono riusciti a scardinare le remore psicologiche. Ma ora - ne sono sicuro - questo oggetto troverà la valorizzazione che merita, che meritava sin dall'inizio, se solo il percepito non avesse fatto premio sulla realtà.

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