I PERITI FILATELICI


"... ma chi sono questi periti? quali norme precise ha fissato la legge per inquadrare la figura giuridica di questi signori che si arrogano il monopolio del buono e del cattivo tempo in filatelia? ... tutta l'autorità di essi proviene da una sola fonte: dalla supina remissione dei collezionisti e negozianti; se è sempre vero che in un paese di ciechi chi è orbo è re, in filatelia abbiamo l'assurdo che il re dei tarati, dei minorati, dei maniaci si è creato da sé e si impone con tutta la forza che solo proviene dalla debolezza degli altri... E' urgente dunque una regolamentazione chiara e precisa... ci crediamo autorizzati a invocare l'intervento del legislatore".

Se pensate a un copia&incolla di un post pubblicato su un forum o un gruppo Facebook, o alla riproposizione parziale di un articolo on-line, se vi immagine cioè una questione dei nostri tempi, veicolata con la tecnologia che li caratterizza, mi spiace, ma vi sbagliate.

Quel che avete appena letto è la trascrizione di uno stralcio della prefazione di Arturo De Sanctis Mangelli, al libriccino "6 periti e un francobollo" di Gaetano Garofalo, Edizioni del "Bollettino Filatelico Commerciale", anno 1934, XII dell'era fascista.
 

Parole vecchie più di ottant'anni, dunque, ma di sconcertante attualità, a drizzare le orecchie verso le discussioni sul mondo peritale odierno.
 
 
Chi sono i periti filatelici? Cosa producono? Qual è il valore, e quali sono i limiti, di questa loro produzione? Chi ne beneficia? A chi e in in che modo rispondono del proprio operato? Servono ancora?

Dobbiamo parlarne - con lucidità, senza ironia - perché il mondo delle perizie "ha sì tanti lati ridicoli, ma nasconde pure tante pieghe tragiche", ora più di allora, quando lo annatova - nel 1934 - Arturo De Sanctis Mangelli.
 

Commenti

Post popolari in questo blog

KU FU? DALLA SICILIA CON FURORE

SEMIOFORI

LO STRANO CASO DI BENEVENTO E PONTECORVO