VERSO L'UNITA' DI ITALIA (IN FILATELIA) - Ducato di Modena


Vi mostro l'ultimo ingresso nella "Brigata Estense".

Riprodotto a pagina 77 del volume "Modena 1852-2002 - 150° anniversario dei francobolli estensi".

Questa new entry porta all'attenzione un passaggio delicato del problema della scelta: in una collezione le sovrapposizioni devono essere evitate consapevolmente o promosse intenzionalmente.
 
La "Brigata" accoglieva già il 40 centesimi azzurro scuro "senza punto" su lettera, e il pezzo presente ha per di più una marcata sovrapposizione con il nuovo ingresso: non solo stesso francobollo e stessa tariffa, ma addirittura stesso destinatario, stesso mittente, stessa combinazione di timbri, stesso formato della lettera.

Ex Collezione Provera.

Le due lettere sembrano l'una la fotocopia dell'altra, se non fosse per la (irrilevante) disposizione del francobollo e la (rilevantissima) presenza dell'angolo di foglio nel nuovo ingresso.

Ora, le collezioni obbediscono a un principio opposto alla legge di Gresham: l'esemplare migliore scaccia il peggiore. Il nuovo ingresso, quindi, dovrebbe mandare in panchina la vecchia presenza, l'angolo di foglio obbligherebbe l'ex Provera a trasferirsi in un altro album. E' un fatto di rigore metodologico, di pulizia della collezione.

Perché, allora, tenerle entrambe? Di giustificazioni - variamente argomentate - se ne possono portare quante se ne vogliono. C'è sempre un modo logico di raccontare e raccontarsi le cose, per farle combaciare con un pregiudizio, un capriccio, una decisione già presa. C'è sempre una veste razionale per una scelta irrazionale. E allora, di nuovo, perché tenerle entrambe? Riusciamo a dare qualcosa in più di una motivazione apparentemente credibile?

Iniziamo con un'osservazione semplice, basica. Torniamo tra le file della "Brigata Estense", passiamole in rassegna, sino ad arrivare al 40 centesimi senza punto. Ora la collezione mostra due francobolli sciolti e due lettere: una bella simmetria, un fascinoso gioco di specchi, quattro pezzi che procedono a coppie.

Ma c'è qualcosa in più, se si vuol vederla a darle importanza. La vecchia guardia - la lettera ex Provera - avrà sì un francobollo qualitativamente inferiore, ma rimane inarrivabile per la qualità degli annulli: il "P.D." e il "Modena" sono nitidi, leggibili, come difficilmente si riscontrano su lettere dello stesso archivio, e come sicuramente non lo sono nella lettera col francobollo angolo di foglio. Così, se una lettera esibisce un francobollo d'eccezione, l'altra può vantare annulli di inusuale nitore. Un buon motivo per accoglierle entrambe nella "Brigata", per tenerle unite, per farle marciare assieme.

C'è dell'altro, se si vuole. "La bellezza propone due paradigmi all'attenzione dello spettatore. Uno più vistoso e scintillante - fatto di bordi e angoli di foglio, di margini traboccanti -, che si impone a ogni sguardo vagante. L'altro più misurato e definito nei contorni - fatto di ordine, pulizia e contrasti cromatici - destinato agli osservatori più sensibili e raffinati", si legge nella presentazione della Collezione. Le due lettere, così simili in superficie, ben esprimono la contrapposizione profonda tra le due prospettive, tra i due modi con cui uno stesso oggetto può definirsi bello.

Uguali ma diverse, quindi, perché entrambe le lettere ci parlano della bellezza, ognuna a suo modo, e perciò entrambe da custodire assieme, perché la "Brigata" vuol essere questo, esattamente questo, e nient'altro che questo: un inno alla bellezza, in tutte le sue manifestazioni.


Ogni collezione è figlia di un'idea. Il collezionista è libero nella selezione delle idee su cui basare la collezione, ma poi le sue idee - liberamente scelte - lo vincolano per proteggerlo. La logica formale aiuta a precisare l'argomentazione. Sono libero di credere, o di non credere, che "Socrate è un uomo"; sono libero di credere, o di non credere, che "gli uomini sono mortali"; ma se in piena libertà credo che "Socrate è un uomo" e che "gli uomini sono mortali", allora sono obbligato a credere che "Socrate è mortale". Ho le mani legate sull'ultima affermazione, se ho concesso liberamente le prime due.

Nel collezionismo, come altrove, le singole affermazioni sono solo opinioni, e le opinioni di per sé non sono né vere né false. Le opinioni possono solo essere coerenti o incoerenti, quando si analizzino in connessione con altre opinioni a esse correlate. La forza di una collezione - come di un'argomentazione - è tutta nella sua coerenza con l'idea che l'ha ispirata, con la suggestione da cui ha preso forma.

La Collezione "Brigata Estense" muove da un'idea apparentemente elementare: riunire i più bei francobolli del Ducato di Modena in un unico album. L'idea è elementare solo in apparenza, perché purtroppo molti (sedicenti) collezionisti tramutano il sacrosanto diritto alla libertà in un aberrante diritto all'incoerenza, che trasforma qualsiasi discussione in un'insopportabile gazzarra.

Non sarà perciò inutile richiamare alcune questioni "di fondamento". 

"Collezionare" non è una versione evoluta della litania "ce l'ho, mi manca", che tutti abbiamo recitato da bambini con le figurine dei calciatori. Il collezionista non compra "cose"; il collezionista realizza desideri; il collezionista non è un automa, non riempie caselle; il collezionista definisce e porta avanti un progetto, possiede una strategia e una tattica; il collezionista non dice "questo francobollo già ce l'ho, questa tariffa invece mi manca"; il collezionista conosce e riconosce i suoi francobolli, uno a uno, come il buon pastore conosce e riconosce ogni singola pecorella del suo gregge; il collezionista non ha nessuna smania di acquistare, non dice mai "intanto compro questo, poi si vedrà"; il collezionista sa attendere, senza mai stancarsi, perché l'attesa e il possesso gli procurano gioie diverse ma di pari intensità; il collezionista non è mai impulsivo; il collezionista paga poco, se può, ma non esita a pagare molto, se deve; il collezionista non discute mai sul prezzo; il collezionista compra o lascia, senza un fiato, e compra o lascia non già in base a strampalati calcoli di convenienza sul mai ben compreso rapporto qualità-prezzo, ma in ragione di un unico criterio selettivo: quel francobollo è o non è "uno dei miei", è o no "una pecorella del mio gregge", appartiene o no alla "mia collezione"?

Voglio presentarvi alcuni candidati a far parte della "Brigata Estense", che dopo una serie di riflessioni - alcune veloci, altre più compassate - sono infine stati esclusi. Se la "Brigata Estense" è un esempio di bellezza filatelica - come io credo - la presentazione di alcuni contro-esempi potrà allargare la prospettiva sulla bellezza e aiutare completare il punto di vista.


Iniziamo col caso più semplice: Milano, 19 dicembre 2019, Asta Ferrario n. 16, lotto 373.


Un pezzo sicuramente appariscente, che si fa notare, ma privo di qualsiasi legame con la bellezza: l'ampio bordo di foglio del 15 centesimi che sporge dal frammento; una vasta, sgradevole e inspiegata oleosità tra l'annullo di Modena e il 10 centesimi; delle increspature - da verificare - sulla carta del 15 centesimi; il margine sinistro del 10 centesimi che va a stringere sino a oltrepassare la soglia del dolore; e poi quelle sbarre nere, che sembrano cadere malamente su entrambi i francobolli.

Ma è tutto l'insieme - di là delle singoli punti - a presentarsi sproporzionato, disarmonico, sgraziato, vissuto. Qualcuno potrà enfatizzare l'oggettiva rarità di un "Modena" usato con l'intero interspazio di gruppo. E chi lo nega? Ma qui non si parla di rarità. Qui parliamo di bellezza. E il lotto 373 dell'asta Ferrario n. 16 non è conforme a nessun canone di bellezza, non può essere difeso con nessun argomento estetico (a eccezione - s'intende - dell'asso pigliatutto, quell'autoreferenziale "a me piace" da cui niente e nessuno può mettersi al riparo). Il lotto 373 non è un membro della "Brigata Estense".


Altro caso piuttosto semplice. Milano, Philafer, offerte on-line di Storia Postale.


Francobollo notevole, lettera croccante, insieme molto ben conservato, nel complesso. E poi quella sigla - G. Avanzo - a garanzia della "particolarità" del pezzo, della sua qualità superiore alla media o del suo interesse filatelico.

Ma non è - non può essere - un membro della "Brigata". L'annullo è penalizzate, trasmette una sensazione di sporcizia, non si adagia sul francobollo come dovrebbe, come un cultore della qualità pretenderebbe.

l'importanza di un "annullo onesto" non sarà mai abbastanza rimarcata.


Milano, 10 dicembre 2019, Vendita "su offerta" dalla Anonima Francobolli, lotto 8.


Parliamo di un pezzo con un pedigree glorioso: è un ex Collezione "Pedemonte" e firmato Giulio Bolaffi (come gran parte degli ex "Pedemonte"). Chi non guarda al pedigree di un francobollo, o chi addirittura lo deride, dovrebbe rivalutare attentamente la propria effettiva appartenenza alla classe dei collezionisti. Questa persone saranno tante cose - studiosi, appassionati, accademici, cultori della materia, raccoglitori, ammassatori... - ma sicuramente non sono collezionisti. Il pedigree conta.







         

Il pedigree conta, ma non è tutto. Il fascino dell'ex è un fatto reale, che va però incontro a splendori e miserie. Il lotto 8 - già lotto 177 ex "Pedemonte" - è obiettivamente straordinario, non foss'altro per essere l'unico 25 centesimi su lettera con angolo di foglio integrale. Nessuno può negarne la spettacolarità, e d'altra parte il realizzo dell'epoca parla con tutta la prepotenza dei numeri: 10 volte la quotazione piena del Catalogo Sassone. Rimangono però i soliti interrogativi. E' o non è "uno dei miei"? Appartiene o no alla "Brigata Estense"?

No, non vi appartiene. E' un pezzo magnifico in sé, e può vantare una nobile discendenza, anzi, la più nobile possibile, ma non è un membro della "Brigata".

La "Brigata Estense" recluta solo francobolli con precise caratteristiche estetiche. Il processo di arruolamento non è dogmatico, rigido o meccanico, e sicuramente riconosce i casi in cui val la pena soprassedere su lievi sbavature, in nome di un'eccezionalità complessiva. Ma la bellezza - come regola generale, come precetto di massima - non conosce compensazioni. Un angolo di foglio - fosse pure l'unico noto - non compensa un margine così esiguo da trasmettere l'immediata sensazione visiva di essere addirittura assente (anche se - a guardar bene - la cornice perimetrale è intatta). E non solo un angolo di foglio non compensa un margine evanescente, ma la sproporzione tra l'uno e l'altro pregiudica anche l'armonia complessiva dell'esemplare.

Tutta la lettera, poi, mostra una certa "stanchezza", o meglio, dimostra semplicemente i suoi anni. Non gliene si può fare una colpa, non si può contestare a una lettera di oltre 160 anni di essere... una lettera di oltre di 160 anni, ma la bellezza è tanto più grande quanta più meraviglia provoca nell'osservatore, perciò la bellezza non è - non può essere - in quel che normalmente ci si aspetta, ma nella distanza tra l'aspettativa e la realtà, tra quel che è normale trovare e il caso eccezionale che ci si ritrova davanti.


Ancora due casi, ancora due ex "Pedemonte".





        

Queste due coppie sono attualmente in vendita a prezzo netto, al negozio Ebay della Landmans. Appartengono alla "Brigata"?

La coppia con l'annullo a sbarre - lotto 215 sul catalogo "Pedemonte" - sicuramente no, e non servono molte parole per giustificare l'esclusione. L'annullo copre integralmente l'aquila alla destra dell'osservatore, la oscura, e tanto basta a declassare il pezzo, perché - di nuovo - la bellezza non conosce compensazioni, e margini ampi, angoli di fogli e filetti di inquadratura non attenuano un timbro così pesante da inibire la visione della vignetta.


L'altra coppia - lotto 216 sul catalogo "Pedemonte" - è un caso più interessante, che pone un sottile problema di scelta. La coppia sicuramente merita. Molto ben marginata, con una stampa nitida e ben inchiostrata, impreziosita da un annullo di pregio, sicuramente non deturpante, anche se purtroppo poco nitido (ricordiamolo: "nitido" e "non deturpante" sono stati qualitativi diversi). Osserviamo, inoltre, l'effettiva funzionalità del frammento, la sua dimensione ridotta, minimalista, ma sufficiente ad accogliere per intero l'annullo. L'insieme, infine, si presenta pulito, in ordine, gradevole.


Questo pezzo ha tutti i requisiti (estetici) per entrare nella "Brigata". Perché, allora, sosta ancora nella vetrina di un commerciante, e non è già andato a rafforzare la Collezione?

Osservate i membri della "Brigata", osservateli bene, con attenzione. Cosa notate? Esemplari singoli sciolti, frammenti e lettere. Nella "Brigata" non ci sono multipli - coppie, strisce o blocchi - o almeno non per il momento. La coppia creerebbe una discontinuità, nella Collezione. La discontinuità è neutra di per sé - né positiva né negativa - ma l'introduzione di una discontinuità obbliga poi il collezionista a "gestirla", vale a dire a "riassorbirla", vale a dire a portare a bordo altre coppie. Non si può avere una collezione fatta di sciolti, frammenti e lettere, in cui a un tratto sbuca fuori una coppia, così, all'improvviso, come un fungo nei vasi di fiori sul balcone di casa. Una coppia ne chiama altre, inevitabilmente, e il collezionista deve aver censito con sufficiente precisione queste "altre coppie" che potrebbero aggiungersi alla Collezione. Con parole diverse e sotto forma di domanda: esistono altre coppie di grande bellezza suscettibili di accrescere la Collezione, sia quantitativamente (come numero di pezzi) che qualitativamente (come tipologia di esemplari), senza snaturarne l'idea di fondo?

Non ho conoscenza di un numero sufficiente di coppie straordinarie del Ducato di Modena. Non ne ho rintracciate nella Collezione "Ghirlandina", né nelle aste di Bolaffi degli anni '90, né sui cataloghi della Robson Lowe degli anni '60, '70 e '80. Le sole coppie di livello le ho viste nei recenti cataloghi della Aster, dell'Ingegner Avanzo.

                                                

Una diversa strategia presumerebbe di avere nella "Brigata" un documento incluso nell'esposizione delle Collezione, anche se non effettivamente presente: la lettera con la coppia del 10 centesimi. Se quella lettera fosse presente - e la proposta di acquisto è sempre valida - allora si potrebbe immaginare una gran bella pagina, omogenea nei contenuti, e impreziosita dalla presenza di due diversi annulli con lo stemma dei Savoia (anche se - di nuovo - non deturpanti, ma purtroppo tutt'altro che nitidi).



Il problema rimane aperto, al momento. Le conclusioni sono parziali - per ora - e impongono pertanto l'attesa, col rischio di non trovare più disponibili i pezzi desiderati, quando magari ci si è finalmente decisi per il loro inserimento in collezione. D'altra parte anche acquistarli è un rischio, se poi ci si pente di averlo fatto, non trovando più la quadra nei pezzi posseduti. Sono i rischi del mestiere del collezionista, i rischi che ogni collezionista deve imparare a valutare e soppesare, per poi decidere, avendo lo zenit in un principio inderogabile: meglio, infinitamente meglio, il rammarico per un pezzo meritorio perduto per eccessiva riflessione, che un pezzo acquistato per uno slancio incontrollato di entusiasmo, e poi rinnegato una volta riacquistata la lucidità di pensiero.


Veniamo all'ultimo case-study. Milano, Zanaria Filatelici, dépliant "Offerta Primavera-Estate 2016", lotto 5946.


Un pezzo straordinario. Bello, arioso, pulito, elegante, raffinato. La "Brigata" è la sua casa, il suo elemento naturale. Perché allora non ce lo troviamo dentro? Per il prezzo elevato, ma più che giusto, che ne complica l'acquisizione? Si e no.

Il collezionista compra o lascia, senza mai discutere sul prezzo, a condizione che quel prezzo rientri nella sua disponibilità finanziaria. Il collezionista conosce i suoi limiti di spesa, e non li oltrepassa, magari li sollecita il più possibile, ma rimane sempre nell'ambito del possibile, di ciò che  - per lui - è effettivamente raggiungibile. Se un p(r)ezzo rompe il suo vincolo di bilancio, il collezionista lascia, a malincuore, con grande rammarico, ma lascia, senza chiedere sconti, senza mendicare per quel che non può avere, perché l'esatta perimetrazione del campo da gioco - anche sotto il profilo economico - è parte integrante della disciplina del collezionismo.

Il prezzo, qui, gioca sicuramente la sua parte, tira il freno a mano, ma non è solo una questione di prezzo. C'è dell'altro. Lo specchietto a voi si inchina, la più bella è la regina, ma tra i monti lontani lontani, dove stanno i sette nani...


Questa è la lettera della "Brigata". Questo è il 40 centesimi celeste, Sassone n. 5, su lettera, a cui è riservato un posto nella Collezione. Questa è la pecorella del gregge. Questa è la lettera che il collezionista riconosce come "sua", di "sua" proprietà, anche se al momento solo idealmente. Impegnare una grossa somma di denaro per un pezzo straordinario - quello di Zanaria, che sicuramente meriterebbe l'arruolamento nella "Brigata" - ma che non è esattamente quel che si desidera, significa esporsi al rischio di non avere munizioni a sufficienza il giorno in cui il desiderio autentico dovesse apparire sui propri radar.

C'è comunque un profilo di tecnica collezionista da rilevare, di là del vincolo di bilancio. La compresenza delle due lettere nella "Brigata" non costituirebbe una duplicazione, una ridondanza o una ripetizione. Le due lettere sono uguali ma diverse: le differenzia l'annullo, "a sbarre" in un caso (peraltro delicatissimo) e "a griglietta" nell'altro (piacevole come sempre). Non c'è sovrapposizione tra i due esemplari, e sarebbe straordinario poterli avvicinare, accostarli in una stessa pagina d'album, ritrovarli insieme nella "Brigata", dove entrambi meriterebbero di riposare.

La "Brigata" offre già casi simili: tre coppie di lettere - 15 centesimi e 25 centesimi "senza punto", 5 centesimi "con punto" - sono formate con pezzi uguali ma diversi, e allo spettatore è lasciato - come facile esercizio - il compito di individuare tutte le diversità.

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